ANCORA TRE OPERAI MORTI NELL’ESPLOSIONE DI UNA FABBRICA IN ABRUZZO
Ieri pomeriggio nella fabbrica di recupero polveri da armi dell’esercito, ordigni bellici, Esplodenti Sabino in contrada Termini a Casalbordino, in provincia di Chieti, tre operai sono stati uccisi, Nicola Colaneo di Guilmi di 45 anni, Paolo Pepe di Pollutri, 45 anni, e Carlo Spinelli di Casalbordino, 54 anni.
Come ormai succede ogni giorno tre operai usciti di casa per andare a lavorare non hanno fatto ritorno dalle loro famiglie lasciando dolore e disperazione fra i loro cari.
Ora come sempre si apre l’ennesima inchiesta della magistratura mentre come sempre succede in questi omicidi, già si parla di fatalità, di tragico errore umano, si richiedono più controlli, più formazione.
Gli “incidenti” o meglio gli omicidi di operai in quest’azienda non sono una novità.
Nel 1992 fu ucciso da un’esplosione Bruno Molisani, di che nel 1992 aveva 48 anni.
Nel 2009 per un’esplosione rimasero feriti gravemente due operai e uno degli operai subì ustioni di secondo e terzo grado su 70 per cento del corpo
Ogni giorno i lavoratori rischiano la vita in fabbriche e luoghi di lavoro insicuri.
Per realizzare il massimo profitto, i padroni risparmiano anche i pochi euro necessari per la sicurezza dei lavoratori mandandoli consapevolmente a morte.
Portare a casa un salario nella guerra quotidiana fra capitale e lavoro è sempre più rischioso. Dietro ai morti sul lavoro c’è la brutalità e la violenza del sistema capitalista.
Il non rispetto delle norme sulla sicurezza, l’aumento dello sfruttamento e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro sono le cause dell’aumento degli infortuni, dei morti sul lavoro, di malattie professionali e di centinaia di migliaia d’invalidi ogni anno di cui le istituzioni, le autorità e sindacati confederali che firmano accordi che peggiorano la condizione operaia fingono di non vedere.
La morte sul lavoro non è mai una fatalità.
SOLIDARIETÀ ALLE FAMIGLIE DEGLI OPERAI ASSASSINATI
22/12/2020 https://www.comitatodifesasalutessg.com
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