Test salivari: anche questo tra i ritardi colposi del governo
La notizia dell’avvio di un piano di monitoraggio anti-covid nella scuole, attraverso l’uso di tamponi salivari, va accolta sicuramente con favore; anche se non si può non rimanere sconcertati dal ritardo nell’uso sistematico di uno strumento diagnostico che ha sempre suscitato un grande interesse da parte di chi si è sforzato, da due anni a questa parte, di riflettere in termini di critica costruttiva sugli strumenti diagnostici
utilizzati nella diagnosi di massa dell’infezione da Covid 19. Vediamo prima la notizia. E poi, come consuetudine, valutiamola diacronicamente. Per farlo usiamo le parole asciutte di Quotidiano sanità, una preziosa testata di aggiornamento sanitario che presenta caratteri di assoluta professionalità.
Piano monitoraggio scuole. Il piano nel dettaglio individua scuole sentinella al fine di monitorare un campione significativo (circa 110.000 alunni/mese con cadenza quindicinale) e rappresentativo della popolazione scolastica di riferimento che ammonta ad un totale di circa 4.200.000 alunni. Il monitoraggio, previsto in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico 2021-2022, verrà avviato con un carattere di gradualità in relazione alla situazione organizzativa delle singole Regioni. Il monitoraggio sarà utile soprattutto per tutti quei ragazzi sotto i 12 anni, impossibilitati ad accedere alla campagna vaccinale, in modo da poter intervenire tempestivamente quando necessario evitando l’insorgere di focolai. L’utilizzo dei tamponi salivari, ricordiamo, era già stato disciplinato da una circolare del Ministero della Salute dello scorso 14 maggio.
Non è precisato se il tampone sarà antigenico o molecolare, differenza non da poco in ordine alla precisione diagnostica del test. Resta il fatto, comunque, che i test salivari vengono considerati sin da maggio uno strumento diagnostico utile, anzi di primaria utilità e comodità specie per le esigenze della popolazione scolastica, sino a prevedere la raccolta del materiale biologico a domicilio, da parte dei genitori. I risultati in termini di diagnosi precoce e di prevenzione dello sviluppo di eventuali focolai saranno valutati in un’ottica di eventuale estensione di questo piano in ambiti più allargati e sistemici.
La prima obiezione che ci viene naturale fare è ovvia, non aprioristicamente polemica e fondata sulla costatazione che la nozione, confermata a livello internazionale e da noi più volte richiamata, dell’utilità di questa modalità diagnostica affidabile, semplice ed economica, è disponibile da molto prima del mese di maggio scorso. E allora: perché non si è utilizzata prima nelle scuole?
E – aggiungiamo – perché non se ne è studiato un suo possibile uso anche a domicilio per tutte le fasce di età?
L’argomento è delicato perché immerge la sonda di un’analisi che rischia di essere impietosa sui ritardi che ha presentato il trattamento domiciliare della pandemia.
Ritardi denunciati dai limiti nell’utilizzo dei medici di famiglia e dalla scarsità delle UCAD messe realmente a disposizione.
Tamponi rapidi e molecolari eseguiti in farmacia e in laboratori privati e ospedalizzazione hanno rappresentato gli strumenti diagnostici e terapeutici più utilizzati. Questi ultimi hanno dimostrato un’efficacia contenuta (non vogliamo ricordare il numero spaventoso dei morti) e soprattutto dei costi che, in molti casi – ci riferiamo ai tamponi – hanno rappresentato l’innesco di un business colossale, di proporzioni difficilmente valutabili. Su questi ritardi e su queste contraddizioni si è disteso il lenzuolo benefico della vaccinazione di massa (ancora lontana dall’essere completata) che ha modificato i termini della questione ma non ha, purtroppo, ancora risolto il problema. La nostra opinione è che l’obbligatorietà della vaccinazione, una volta ottenute le approvazioni degli enti regolatori Fda e Ema, sia l’unica strada
percorribile, per uscire dal tunnel. Nel frattempo, usiamo finalmente i tamponi salivari. Meglio tardi che mai.
Roberto Gramiccia
Medico internista, geriatra
Collaboratore redazionale del mensile Lavoro e Salute
Pubblicato sul numero di settembre 2021
In versione interattiva http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-settembre-2021/
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