Torino, Spataro “assume” in procura i migranti richiedenti asilo

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A metà novembre metteranno piede al Palazzo di giustizia di Torino i primi richiedenti asilo arruolati negli uffici della procura per aiutare il personale amministrativo, che da tempo soffre di pesanti carenze d’organico, in alcune delle attività quotidiane. Si tratterà di un gruppo di 4-6 migranti selezionati dalla cooperativa sociale L’isola di Ariel grazie a una convenzione firmata con il procuratore capo Armando Spataro. L’iniziativa è destinata a stranieri che non hanno ancora visto definita la loro richiesta di asilo: “Questo periodo non deve dare vita a sorta di prigione in attesa che siano decise le loro posizioni – spiega il procuratore capo – Per questo è importante che vengano trovate soluzioni  che permettano ai migranti di vivere in condizioni dignitose e il primo passo è l’impegno in un’attività lavorativa”.

Non appena gli operatori hanno prospettato agli ospiti che vivono nelle strutture gestite dalla cooperativa la possibilità di poter lavorare nel “tempio della legalità”, le richieste di aderire al progetto sono subito fioccate e adesso inizierà la fase di selezione, che prevede come requisito principale una minima conoscenza dell’italiano. Non avranno ruoli di responsabilità, precisa la procura, ma potranno aiutare a spostare i faldoni dei processi – che a volte sono decine, ma per Minotauro erano addirittura 300 – o potranno dare una mano in archivio: un aiuto prezioso se si pensa che il personale è ridotto all’osso e ha un’età media di 60 anni. Il magistrato precisa che “nessun onere finanziario graverà sulla Procura di Torino e sul Ministero della Giustizia”. In effetti la cooperativa riceve i contributi per ogni migrante preso in carico e fanno parte dei suoi compiti anche la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro.

Spataro si è sempre molto impegnato contro la discriminazione razziale, decidendo di recente una stretta della procura contro i reati di odio razziale. “È impensabile immaginare l’immigrato come un peso di cui sbarazzarsi – spiega il procuratore – Ci vuole l’intervento di chi ha la responsabilità pubblica perché non possiamo lasciare tutto il peso del problema alle cooperative e mi auguro che questa nostra iniziativa possa essere replicata. Ricordo le parole di Stefano Rodotà, che diceva come la solidarietà non è un sentimento, ma è un dovere e un diritto”.

“Sulla base di un piano di riparto nazionale e regionale – spiega Spataro – i richiedenti asilo sono ospitati in Centri di accoglienza straordinaria (Cas) o nell’ambito del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Come richiamato dal Ministero dell’Interno nel Piano nazionale di accoglienza del 2016 – continua il magistrato – è utile porre in essere percorsi finalizzati a superare la condizione di non operosità dei richiedenti ospitati sul territorio attraverso l’individuazione di attività di volontariato o di servizi utili alla collettività”. Spataro fa presente che la cooperativa Isola di Ariel il 26 giugno 2018 “ha anche stipulato con il prefetto di Torino, dopo bando di gara indetto il 29 dicembre 2017 secondo direttive impartite dal ministero dell’interno, una convenzione per la messa a disposizione di posti straordinari per la prima accoglienza dei cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio”.

24/10/2018 https://torino.repubblica.it

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