Trasferimento in Cisgiordania di bambini orfani di Gaza. Il grave sospetto sulla loro destinazione e sorte
Gaza – InfoPal. Due giorni fa, il giornale israeliano JNS ha pubblicato la notizia secondo la quale, su richiesta della Germania, lunedì le autorità israeliane hanno trasferito circa 70 orfani palestinesi tra i 3 e i 15 anni dalla Striscia di Gaza a Betlemme, in Cisgiordania. La mossa sarebbe stata autorizzata a seguito di una richiesta della Germania, che finanzia l’orfanotrofio SOS Children’s Village nella città meridionale di Gaza, Rafah. L’orfanotrofio è stato recentemente chiuso a causa dell’operazione israeliana in corso a Gaza.
A molti di noi che da anni ci occupiamo di Palestina e di questioni israeliane, è subito sorto l’atroce sospetto che Israele abbia fatto sparire quei bambini da Rafah per ben altre finalità che non la preoccupazione umanitaria segnalata dall’ONG e dalla Germania, come segnala anche MEMO (qui in traduzione su InfoPal).
L’articolo del JNS, in realtà, segnala soltanto il fatto che il Consiglio di Sicurezza Nazionale presso l’Ufficio del Primo Ministro avrebbe approvato il trasferimento senza informare il Gabinetto di Sicurezza. Quindi sottolinea una violazione delle procedure ufficiali israeliane. Afferma che i soldati israeliani hanno scortato il convoglio di autobus con gli orfani di Gaza e i loro accompagnatori, che ha attraversato la periferia di Gerusalemme diretto in Cisgiordania, come ha riferito il canale televisivo Channel 12 News, e che un alto funzionario del Gabinetto ha definito l’approvazione del trasferimento da parte dell’Ufficio del PM come uno “scandalo”, soprattutto alla luce del rifiuto di Hamas di soddisfare la richiesta di Gerusalemme di fornire un elenco degli ostaggi israeliani ancora vivi.
Inoltre, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha denunciato l’operazione in un post su X come riflesso di una “perdita di valori” e ha chiesto chiarimenti al primo ministro Benjamin Netanyahu.
Anche il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha criticato l’operazione, affermando in una dichiarazione condivisa con i media che: “non è così che si gestisce un Paese che vuole una vittoria decisiva”.
Mentre gli autobus passavano attraverso il checkpoint del tunnel di Gush Etzion, lunedì sera, alcuni residenti del quartiere meridionale di Gilo, in Cisigiordania e Gerusalemme, hanno tentato di bloccare l’ingresso a Betlemme.
“Siamo qui alle porte di Beit Lechem e cerchiamo di bloccare gli autobus pieni di bambini e adulti di Gaza portati qui in Israele senza che il Gabinetto di Sicurezza di Israele ne sia a conoscenza”, ha detto uno di loro.
Ha notato che Israele non ha ricevuto nemmeno un “piccolo, minuscolo gesto umanitario per i nostri ostaggi che sono bloccati lì da quasi mezzo anno, dal 7 ottobre”.
Centotrentaquattro ostaggi israeliani si trovano a Gaza, su 253 catturati durante l’operazione di Hamas del 7 ottobre, durante la quale sono state uccise circa 1.200 persone e ferite altre migliaia, molte delle quali da fuoco amico e a seguito della Direttiva Hannibal israeliana, come divulgato dai media ebraici. Israele ha confermato che 32 ostaggi sono morti durante l’offensiva israeliana su Gaza.
Rimane il gravissimo dubbio sulla reale sorte degli oltre 70 orfani gazawi. E viste le fiorenti attività criminali israeliane in fatto di traffico umano e tutto il resto, rimane l’ansia e il sospetto…
14/3/2024 https://www.infopal.it/
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