Troppi ancora lavorano, troppi sono senza salario e reddito!

Troppe aziende stanno ancora lavorando. Come purtroppo avevamo previsto il decreto sulla sospensione della produzione – che comunque è arrivato in colpevole ritardo – si sta rivelando inefficace. Il Dpcm 22 marzo 2020 consente infatti (art. 1 comma 1 punto d) a tutte le aziende di continuare l’attività, comprese quelle non escluse dal fermo, previa una semplice comunicazione al prefetto che si stia lavorando per una delle filiere essenziali. Solo in Lombardia sono arrivate 12.300 dichiarazioni al prefetto di aziende che intendono continuare – e stanno continuando, fino all’eventuale diniego del prefetto – l’attività (solo per fare qualche esempio: 4000 a Milano, 2850 a Brescia, 1800 a Bergamo, ma anche 2000 a Bologna, 1500 a Modena). La Confindustria continua nel suo atteggiamento scellerato: da un lato critica il provvedimento, dall’altro usa tutte le scappatoie presenti nello stesso decreto per non fermare la produzione, continuando ad alimentare una tragedia che va avanti giorno dopo giorno.

I dati dei decessi parlano da soli, gli ospedali e le residenze per gli anziani sono già esplose. Quindi, ogni azienda che continua a lavorare, sia dentro che fuori la lista di codici Ateco, non è un problema è un dramma. Anche nelle produzioni essenziali, nei tanti posti di lavoro non sindacalizzati è impossibile controllare le condizioni di lavoro e fioccano le richieste di straordinari.

Vanno tutelati e ridotti al minimo i turni di lavoro di chi è nelle banche, nelle asssicurazioni, nelle poste. Una minima parte dei servizi offerti in questi settori sono davvero essenziali.

Nei supermercati occorrono misure più restrittive per i nastri orari e sugli accessi dei clienti, a partire dalle chiusure domenicali, altrimenti è impossibile garantire le sanificazioni! E senza sanificazioni, non ci sono DPI che tengano, ammesso e non concesso che vengano garantiti ovunque. I cittadini, non hanno le mascherine (perché non ci sono in commercio) oppure hanno la stessa da settimane e non sono quelle con i filtri. E sono gli stessi che, senza protezione adeguata, vanno a fare la spesa e affollano i supermercati.

Le proteste sociali di chi ha perso il reddito (disoccupati ufficiali e non) sono già cominciate, come testimoniano le notizie da Palermo e da tutto il Sud, e sono destinate ad accrescersi, ancora una volta mettendo a rischio l’incolumità di chi lavora. Se il governo pensa di affrontarle militarizzando i supermercati farà esplodere la situazione. E’ necessario garantire il posto di lavoro e la retribuzione e sostenere il reddito dei disoccupati e degli inattivi a causa dell’emergenza.

Anche chi ha la copertura della cassa integrazione rischia di trovarsi in una situazione drammatica. I soldi della cassa integrazione, compresa quella in deroga, vanno anticipati, e questo va chiarito da parte del governo, non bastano gli accordi con le banche.

La Cgil deve mantenere la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori ed imporre al governo di intervenire immediatamente per fermare davvero tutto ciò che non è fondamentale, per regolare le condizioni di lavoro nei settori essenziali, per garantire i salari e i redditi. Altrimenti sarà necessario uno sciopero generale!

Eliana Como

28/3/2020 https://sindacatounaltracosa.org

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