Trump e il modello USA
Ieri Trump ha fatto un passo ulteriore nella fascistizzazione del suo movimento. La sceneggiatura che Trump ha scritto – elezioni rubate e invasione dei palazzi istituzionali – ricorda i golpe made in USA, come quello in Bolivia contro Morales o quelli ripetutamente tentati in Venezuela.
Più che un tentato golpe l’assalto pare aver avuto avuto come scopo quello del gesto/evento fondativo: Trump nei prossimi anni cercherà ancor di più di incarnare il popolo dei veri americani in lotta contro gli usurpatori dell’establishment. Quelli che hanno invaso Capitol Hill sono patrioti come i rivoluzionari del 1776. Non è chiara la dinamica ma pare evidente che nella polizia ci sia larga simpatia per il trumpismo. Metà dell’elettorato repubblicano approva.
Il trumpismo è un sintomo non la causa della crisi del modello oligarchico e neoliberista nordamericano.
Sarebbe ora che la si smetta nel nostro paese, tra i commentatori come nella politica, con l’esaltazione di un modello fallimentare sul piano democratico e sociale.
Non può essere considerato modello il paese che ha il record mondiale di detenuti e di omicidi per mano della polizia, una fortissima disuguaglianza economica e sociale, non garantisce a tutti l’assistenza sanitaria, con milioni di senza tetto e la più stratosferica spesa militare, continuamente teatro di violenze razziste contro la minoranza afroamericana, in cui si comprano liberamente mitragliatori e circolano milioni di armi da fuoco, con la pena capitale che continua ad essere applicata in numerosi Stati.
È più forte la critica di quel modello negli USA che sulla stampa e nella politica italiana che non sono state neanche capaci di schierarsi in difesa di Julian Assange.
L’idea di smantellare il modello sociale e democratico europeo per importare la deregulation neoliberista ha fatto solo danni.
Negli USA la sinistra socialista di Sanders e Cortez si batte per ottenere diritti che in Europa i governi di centrodestra e centrosinistra da anni stanno cancellando.
È ora di smetterla con l’esaltazione del modello istituzionale e economico nordamericano e con l’allineamento con le sue prepotenze imperialiste sul piano mondiale.
Per contrastare i trumpiani di casa nostra sul piano istituzionale sarebbe ora di finirla con la retorica della semplificazione del sistema politico. Sono evidenti tutti i rischi di un modello presidenzialista in cui purtroppo anche da noi stiamo scivolando e la superficialità con cui sono stati con i sistemi maggioritari dell’ultimo trentennio manomessi gli equilibri costituzionali.
C’è bisogno invece di ripristinare la lettera e lo spirito della Costituzione nata dalla Resistenza, a partire dalla legge proporzionale pura voluta da chi il fascismo l’aveva combattuto.
Maurizio Acerbo
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
7/1/2020 http://www.rifondazione.it
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