Trump, Groenlandia e Gaza: tra annessioni forzate e complicità internazionali
Trump minaccia l’annessione della Groenlandia, suscitando tensioni internazionali. Il suo disprezzo per il diritto internazionale si riflette anche nel sostegno incondizionato a Netanyahu, che continua la distruzione a Gaza e in Cisgiordania. Silenzio complice da parte dell’UE. il parere del Professor Kenneth Roth
Trump, Vance, Groenlandia, Israele e Gaza… Due domande ancora al Prof Kenneth Roth
Alla luce delle ultime, preoccupanti e inquietanti dichiarazioni di Trump circa gli immensi territori ghiacciati della Groenlandia e quel che di altamente drammatico sta accadendo in Medio Oriente ho pensato di tornare sull’argomento ponendo ancora due domande al Prof. Kenneth Roth, ex direttore esecutivo di Human Rights Watch (1993-2022), ora docente nel prestigioso ateneo di Princeton; il suo nuovo saggio, “Righting Wrongs“, è appena stato pubblicato da Knopf.
Ma prima di chiedere al Prof. Roth cosa ne pensi, facciamo qualche premessa: nella vastità dei territori della Groenlandia – che man mano vengono sempre più allo scoperto dato che i ghiacci eterni, per via dell’innalzamento delle temperature, vanno sciogliendosi ogni giorno di più, e questo è un problema nel problema – vi sono le famose terre rare, che più che rare, come vorrebbe il nome, sono perlopiù preziose, dato che vengono utilizzate dalla moderna tecnologia per mille e più utilizzi.
La Groenlandia, pur essendo ancora formalmente una colonia della Danimarca, così come va fin dal 1721, in realtà dal 1979 gode di autonomia interna, con propri organi legislativi e di governo; autonomia che di giorno in giorno va ampliandosi sempre più, con l’obiettivo, mai nascosto da suoi pochi abitanti, di divenire presto e a tutti gli effetti uno Stato sovrano non dipendente da alcun altro.
Nel 2008 infatti attraverso un referendum è stata approvata una maggiore autonomia (ivi incluso la possibilità di poter gestire in via diretta le ricche risorse naturali del sottosuolo), autonomia dalla Danimarca che poi è andata ancora ampliandosi nel 2009.
Ora il paradosso è che mentre la Groenlandia va man mano, nei decenni, ampliando la propria autonomia dalla Danimarca, rischia seriamente di finire nelle grinfie del nuovo Presidente USA, il quale, eletto solo da due mesi, già fa dichiarazioni roboanti e minacciose che stanno mettendo a subbuglio il mondo intero.
Infatti Donald Trump fa quotidianamente dichiarazioni di annessione unilaterale della Groenlandia, attratto naturalmente sia dalle risorse naturali di quelle terre sia per via della strategica posizione geografica della stessa. Naturalmente il governo che guida la Groenlandia non ci sta e immediatamente è corso a chiarire – nell’eventualità in cui si sentisse il bisogno di ribadirlo – che quell’isola strategicamente posizionata nel mezzo dell’Artico non è in vendita.
Tutto questo però non è suonato bene a The Donald, che ha addirittura minacciato di usare la forza, arrivando a parlare di bombardare (francamente non ho capito bene se voglia bombardare la Danimarca o la stessa Groenlandia).
Qui per sdrammatizzare cerchiamo di scherzarci su un attimo ma l’argomento è purtroppo serissimo: «La prenderemo anche con l’uso della forza», ha dichiarato. Da parte sua il governo della Groenlandia non ha perso tempo e ha risposto per le rime al neo-presidente USA, per bocca del suo Primo Ministro Jens-Frederik Nielsen: «Non dobbiamo reagire con la paura. Dobbiamo reagire con calma, dignità e coesione, ed è attraverso questi valori che dobbiamo dimostrare in modo chiaro, distinto e discreto al Presidente americano che la Groenlandia è nostra. Così è stato ieri. Così è oggi. E così sarà anche in futuro».
Tutto ciò quel che sta accadendo, in estrema sintesi. Torniamo così sull’argomento con il Prof. Roth:
Buonasera Professore, cosa pensa delle singolari incursioni di Trump, dalla prepotente volontà di annettere Groenlandia e Canada, alle minacce poste all’indirizzo dell’Iran, oltre al cieco e totale sostegno al governo israeliano di Netanyahu che, del tutto indisturbato – e con il favore di USA e UE – continua a massacrare il popolo palestinese, compresi molti bambini?
Le minacce di Trump di agire in modo aggressivo contro la Groenlandia e il Canada sono musica per le orecchie di Putin mentre cerca di difendere la sua invasione non provocata dell’Ucraina e di Xi Jinping mentre contempla un violento sequestro di Taiwan. È in linea con il disprezzo di Trump per il diritto internazionale e la sua preferenza per un mondo in cui le grandi potenze possono fare ciò che vogliono all’interno delle loro sfere di influenza autodichiarate.
Purtroppo anche in Medio Oriente le cose non vanno meglio, anzi, lì siamo a 18 mesi di bombardamento della Striscia di Gaza da parte di Israele, il quale ora sta ponendo le sue mire espansionistiche anche sulla Cisgiordania, distruggendo case e strade e costringendo le persone che da sempre vivono lì ad andar via, non si sa però dove dovrebbero andare… Netanyahu, in buona sostanza, sta attuando a tutti gli effetti una seconda Nakba senza che nessuno si senta in dovere di dover intervenire a fronte di evidenti crimini di guerra contro una popolazione inerme, composta soprattutto da donne e bambini. Solo le Nazioni Unite e il Papa hanno avuto il coraggio di dire chiaramente come la pensano ma quasi nessuno degli Stati europei li ha seguiti:
Il totale disprezzo di Trump per il diritto internazionale può essere visto anche nella sua proposta di “risolvere” il conflitto israelo-palestinese deportando forzatamente i palestinesi (un palese crimine di guerra e un crimine contro l’umanità) e nel suo incoraggiamento al governo israeliano mentre riprende la strategia criminale di guerra di Netanyahu di bombardare e far morire di fame i civili palestinesi a Gaza.
1/4/2025 https://www.kulturjam.it/
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