TTIP: UNA MINACCIA PER LE NORME EUROPEE E NAZIONALI CHE REGOLANO AMBIENTE LAVORO SALUTE
Non so quanti lettori conoscano sia pure in superficie cosa è il TTIP e i relativi rischi di azzeramento dei sistemi giuridici degli stati membri dell’Europa che tutelano ambiente, diritti dei lavoratori e salute, intesa come diritto alla salute dei cittadini.
Il fatto che la maggioranza dei cittadini non conosca cosa sia il TTIP, quale sia il merito e il contenuto di questi accordi, quali impatti positivi e negativi potranno avere sulla vita quotidiana non è un caso, è il risultato di una scelta politica dei governi e della Commissione Europea che ha emarginato il ruolo dello stesso Parlamento europeo rispetto alla trattativa.
La mancanza d’informazione su questo Trattato è inversamente proporzionale alla sua importanza e alla sua capacità di influire sulle nostre vite future.
Il TTIP è un trattato internazionale quadro composto da una serie di negoziati specifici sul commercio che ha lo scopo di de/regolamentare il commercio tra Stati Uniti ed Europa.
Per raggiungere questo risultato il TTIP prevede di ridurre se non eliminare le barriere regolamentari esistenti e differenti tra USA ed Europa: in particolare, l’Unione Europea dovrà abbassare le barriere poste per la protezione dell’ambiente, della salute dei consumatori attraverso le politiche di deregolamentazione del cibo e di altri prodotti, limitare la tutela del consumatore, dovrà riconsegnare al mercato le prestazioni sanitarie erogate dai SSN pubblici, in modo da agevolare gli scambi con gli operatori statunitensi che operano in un regime meno regolamentato.
Il TTIP prevede l’istituto del ISDS (Investor-state dispute settlement) anche noto come “trattato per la risoluzione delle controversie tra investitore e stato” il quale consentirà alle aziende di far causa ai governi citandoli davanti ad un collegio arbitrale costituito da tre avvocati esperti di diritto societario. Si tratterebbe di un collegio arbitrale dove le altre parti in causa non avrebbero alcuna rappresentanza e che non prevede alcuna possibilità di riesame davanti ad un’autorità giudiziaria.
L’inserimento di questa clausola in alcuni trattati commerciali già esistenti (ma d’importanza inferiori a quella del TTIP) ha permesso ad una serie di grandi aziende multinazionali con un grande potere di mercato di opporsi alle decisioni prese da alcuni governi allo scopo di fornire una protezione a beni costituzionamente indisponibili alle logiche di scambio, quali l’ambiente e la salute dei cittadini, citando gli Stati in giudizio.
Alcuni esempi tratti dalla stampa internazionale: la Philip Morris sta già facendo causa ai governi di Uruguay e Australia per le loro politiche dure contro il fumo; Occidental, un’azienda petrolifera, ha ottenuto un risarcimento di 2,3 miliardi di dollari dall’Ecuador, reo di aver revocato all’azienda la concessione per le trivellazioni in Amazzonia dopo aver scoperto che la stessa aveva infranto la legge. La Vattenfall ha intentato causa al governo tedesco, responsabile di aver rinunciato all’energia nucleare. Un’azienda australiana ha citato in causa il governo di El Salvador che non aveva dato le concessioni di sfruttamento per una miniera d’oro che rischia di inquinare l’acqua potabile.
Potremmo immaginare che le multinazionali dell’amianto potrebbero promuovere cause di risarcimento per gli investitori chiamando in causa i governi che ahhno messo al bando la produzione e il commercio di manufatti in amianto….
I mass media italiani non hanno speso una parola per informare i cittadini sul percorso “occulto” di questi negoziati. Quelli che ne hanno parlato hanno riprodotto le veline della Commissione Europea.
Il governo per voce del Presidente del Consiglio ha affermato che il TTIP una volta approvato sarà una grande opportunità …. Non ha precisato per chi .
Sabato 10 ottobre u.s. sono stato testimone a Berlino, città dove risiedo per alcuni mesi ogni anno, di una straordinaria e pacifica manifestazione che ha visto sfilare da HauptBanhof alla stele Siegessaule più di 200 mila persone, uomini donne, famiglie con i figli in carrozzina che aveva come slogan STOP TTIP. La manifestazione è stata promossa da sindacati dei lavoratori dipendenti DGB, VER.DI, IG METALL, da associazioni di produttori agricoli, da centinaia di associazioni ambientali e di promozione del welfare…
La richiesta più decisa oltre a richiedere lo STOP degli attuali negoziati è quella della trasparenza, del diritto dei cittadini a conoscere con precisione i termini del trattato. Conoscenza che è stata negata agli stessi parlamentari europei che hanno potuto sbirciare alcuni documenti in una sala speciale senza quaderni o penne per prendere appunti…
Abbiamo parlato di TTIP perche avrà, se non sarà fermato, effetti devastanti anche sulle legislazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Per questo motivo invitiamo i lettori a documentarsi e ad essere vigilanti ed esigenti per quanto riguarda la trasparenza.
Gino Rubini
editor www.diario-prevenzione.it
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