TTIP. UNO SPETTRO SI AGGIRA PER L’EUROPA
Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è spettrale per forma e contenuto ovvero per la segretezza e l’aura di mistero che lo avvolge e per gli effetti dirompenti che avrà sulle nostre vite. Purtroppo è pure in buona compagnia: il suo omologo TIS (Trade in Services Agreement) ovvero l’accordo per il commercio dei servizi, ha caratteristiche analoghe: segretezza e impatti devastanti nella nostra quotidianità. Entrambi sono oggetto di trattative tra Unione Europea e Stati Uniti d’America.
Questi due trattati sono descritti in un interessante libro di A. Zoratti, M. Di Sisto e M. Bersani “Nelle mani dei mercati” (EMI editore) presentato a Roma giovedì 14 presso la sede dell’associazione “Articolo 3” in via Dancalia.
Qual è in estrema sintesi l’obiettivo di questi due trattati in corso d’opera? Rimuovere tutti gli ostacoli delle leggi nazionali che pongono limiti e prescrivono diritti e garanzie dei cittadini in nome del diritto, unico e onnipotente, delle multinazionali di far circolare le propri merci in nome del profitto di pochi. In questo contesto “merci” quali democrazia e partecipazione ovviamente non sono contemplate; si tratterebbe solo di rifiuti, di vecchi concetti e strumenti ormai obsoleti.
Gli ambiti toccati da TTIP e TIS vanno dall’ambiente all’agricoltura, dal servizio sanitario a quello idrico. Tutelarsi ovvero emanare nuove leggi nazionali o comunitarie a tutela della salute dei propri cittadini, dopo la conclusione dei due accordi, sarebbe vano e inutile. I due trattati, di fatto, sono blindati in quanto riconoscono ad un arbitrato privato la facoltà di dirimere le controversie tra le multinazionali e gli stati nazionali. Ma non basta: nel caso in cui quest’ultimi si macchino della colpa di emanare norme e regolamenti per salvaguardare diritti e salute dei propri cittadini a scapito della profittabilità degli investimenti di una multinazionale, sono condannati a pagare multe salatissime. Questo micidiale meccanismo giuridico privatistico si chiama ISDS (Investor State Dispute Settlement) ed i princìpi a cui si ispira sono già stati applicati in virtù di accordi similari. Nel libro si citano alcuni esempi che vale la pena ricordare: il governo canadese ha dovuto sborsare13 milioni di dollari alla compagnia petrolifera statunitense Ethyl in quanto aveva osato far ritirare dal mercato l’additivo per carburanti MMT in quanto cancerogeno; alla società italiana Impregilo è stato riconosciuto un risarcimento di 21 miliardi di dollari a seguito della scelta del governo argentino di rinegoziare la concessione del servizio idrico di Buenos Aires. Altre cause di questa natura sono in corso in tutto il mondo la cui conclusione è scontata, essendo gli arbitrati composti da giudici che svolgono quasi sempre anche attività di consulenza per le multinazionali in barba a qualsiasi conflitto di interessi.
Ma quali sono i rischi che corriamo? Semplicemente …di trovarci sulle nostre tavole polli al cloro e cibi OGM, carni agli ormoni di animali alimentati con mangimi ricchi di pesticidi e antibiotici oggi ritenuti nocivi per l’alimentazione umana. Qualcuno penserà di tutelarsi consumando cibi DOP o IGP. Niente affatto. In futuro potranno liberamente circolare prodotti similari il cui marchio è stato registrato altrove (ad esempio in Canada o negli USA). Già avviene grazie all’accordo CETA tra USA e Canada e il gioco è semplice: basta marchiare ilParma Ham con la dicituraItalian Style piuttosto che Italian Type e il consumatore, più o meno ignaro o semplicemente attratto dal prezzo più competitivo, si illude di consumare il prosciutto di Parma o quello di S.Daniele.
Consumi cibi OGM o polli al cloro provenienti dagli USA e ti ammali ? Nessun problema: c’è il TIS che nel frattempo ha “provveduto” a privatizzare il servizio sanitario e avrai a disposizione, se sei ricco, dei voucher internazionali da spendere in qualsiasi clinica privata europea o statunitense. Il cerchio , dunque, con il TIS, ovvero con la privatizzazione di tutti i servizi da quello sanitario a quello idrico a quello dei trasporti, si chiude. A quel punto sei davvero in trappola, sei nelle mani dei mercati.
Fulvio Parisi
Direttivo associazione “Articolo 3”
15/5/2015 www.lacittafutura.it
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