Turchia. Libertà per Leyla Güven
Ieri è stata condannata a 22 anni di carcere Leyla Güven, co-presidente del Partito Democratico dei Popoli (HDP), il cui seggio parlamentare era già stato arbitrariamente revocato l’anno scorso. Una sentenza, al tempo stesso, contro il popolo curdo e contro l’opposizione democratica al regime ultranazionalista, autoritario e repressivo di Erdogan.
Si tratta dell’ennesimo attacco del governo turco contro l’HDP (terza forza politica nel parlamento), che fa seguito al commissariamento arbitrario di decine di Città nel Kurdistan anatolico, nel Sud-Est, e all’arresto di molti-e tra i-le principali dirigenti dell’organizzazione, tra cui Selahattin Demirtas, l’ex candidato presidenziale in carcere di massima sicurezza da oltre quattro anni.
Non più tardi di due anni fa, la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato la Turchia per violazione della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Infatti, tenendo in carcerazione preventiva un esponente politico durante importanti scadenze elettorali, il governo turco ha mostrato il volto repressivo di una carcerazione preventiva per motivi politici, ma ha anche violentemente compresso i diritti civili e la stessa democrazia.
Non dimentichiamo la vicenda di Abdullah Öcalan, leader storico del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), da più di 20 anni detenuto nell’isola-carcere di massima sicurezza di Imrali, nel più inumano isolamento. Questa aperta violazione dei diritti umani, cerca di cancellare le speranze di pace e giustizia nella regione. Speranze possibili anche grazie alla storica lotta per il progresso e l’auto-determinazione del popolo curdo e ai tentativi condotti da Ocalan, per una pace con giustizia sociale ed inclusione per tutti i popoli della regione.
Ci uniamo alle forze della sinistra turca nella loro lotta contro il regime e per una Turchia di democrazia, di giustizia, di progresso sociale, rispettosa dei diritti e dell’auto-determinazione dei popoli. I compagni e le compagne curde si battono contro lo smembramento degli Stati per linee etniche, settarie o religiose. Si battono per la democrazia e per il pluralismo, per il rispetto delle differenze culturali e religiose, per la partecipazione popolare e l’inclusione sociale, per una prospettiva di una società democratica e progressista, internazionalista e anti-patriarcale.
Siamo al fianco della resistenza del Rojava, delle formazioni dello YPG (le Unità di Protezione del Popolo) e del YPJ (le Unità di Protezione delle Donne) contro l’occupazione e contro il settarismo, per una società democratica confederale e inclusiva.
Esigiamo l’immediata cessazione delle misure di sorveglianza speciale contro tutti-e coloro che, anche dall’Italia, si sono uniti-e alla resistenza contro l’invasione turca in Siria e gli assassini dell’ISIS.
Chiediamo l’immediato rilascio di Leyla Güven, di Abdullah Öcalan e di tutte le prigioniere ed i prigionieri politici del regime autoritario e repressivo di Erdogan.
Siamo a fianco del popolo curdo nella sua battaglia per l’auto-determinazione, per la vittoria della rivoluzione democratica, in Kurdistan e nel Rojava.
Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea
24/12/2020 http://www.rifondazione.it
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