Tutto fa spettacolo

Napoli, i tifosi invadono Madrid FOTO e VIDEO

Sembra esistere un invisibile ma resistentissimo filo che tiene insieme gli spettacoli italiani. Dal (mi dicono: ennesimo) deludente e decadente “Sanremo” al supponente, volgare e, per certi versi, penoso spettacolo offerto – ieri sera, agli spettatori Premium – dall’ineffabile Presidente della Società calcio Napoli, Aurelio De Laurentis, al termine della partita con il Real Madrid.

Si è trattato, in effetti, di un vero e proprio show a danno del malcapitato allenatore azzurro.

A Sarri è stata addebitata la scarsa lungimiranza dimostrata nel non aver preparato adeguatamente – nei giorni immediatamente precedenti l’importante incontro – la sostituzione di qualche titolare con uno dei nuovi acquisti; nel merito, il riferimento era certamente Mertens, a favore di Flik o, addirittura, Pavoletti.

Quindi, per utilizzare il gergo calcistico, si è trattato di un duro attacco pubblico – l’ennesimo, da parte di De Laurentis – a un allenatore reo di non aver adeguatamente tutelato e valorizzato il patrimonio (calcistico) messogli a disposizione dalla società.

Il punto è che, ancora una volta, il Presidente entra “a gamba tesa” su questioni che, in effetti, non gli competono. Certo, la giusta valorizzazione del capitale societario, in termini di qualità dei calciatori sotto contratto, rappresenta una sua giusta preoccupazione – che attiene ai poteri del “Capo” – ma, con altrettanta certezza, non rientra nei suoi poteri, criticare le scelte dell’allenatore. Tra l’altro, De Laurentis, all’esordio tra i Presidenti, si presentò come l’equivalente di Renzi in politica: un novello “Rottamatore” che avrebbe ben presto risolto tutti gli atavici problemi del calcio italiano!

Di Renzi abbiamo, con soddisfazione, accolto il prematuro fallimento. Di De Laurentis siamo costretti a prendere frequentemente nota delle sue esternazioni.

Sarebbe, però, opportuno che, quando accusa Sarri di non procedere alla sostituzione di uno dei “titolarissimi” con uno dei suoi nuovi acquisti, qualcuno ricordasse al Presidente – io cerco di farlo ogni volta che me n’è concessa l’opportunità – che un allenatore cerca sempre di schierare la migliore formazione possibile, evitando anche di sacrificare un titolare affidabile per assegnarne i compiti a un nuovo acquisto che, come nella stragrande maggioranza di quelli effettuati da De Lasurentis, presenta, sempre, le stesse caratteristiche.

Costare troppo (perché inseguito due/tre anni e poi acquistato a caro prezzo) senza poterne dimostrare – in termini di sapienza calcistica – il corrispondente valore.

Sono, infatti, alcuni anni che il popolo dei tifosi napoletani è in attesa che il Presidente metta a segno il più volte annunciato “colpo” di mercato; l’acquisto, cioè, di un fuoriclasse. Avrebbe dovuto farlo con i soldi prodotti dalla vendita di Cavani e non fu fatto; avrebbe dovuto farlo dopo la vendita di Higuain e non è stato fatto! Sono poi stati acquistati due/tre giovani di buone prospettive e due “anziani” – Maksimovic e Ravoletti – che, di sicuro, non valgono tutti i milioni di € che sono, alla fine, costati.

Che cosa pretendeva De Laurentis? Che a Madrid, contro una delle squadre più forti al mondo, al posto di Mertens esordisse nientepopodimeno che Pavoletti?

In questo contesto, mi permetto di suggerire al Presidente di contenere e moderare le sue “presenze” televisive e le sue “invadenze” di carattere pratico. Lasci perdere le questioni tecniche e affidi a qualcun altro i rapporti con l’allenatore di turno; pensi esclusivamente agli affari; il Napoli, in questo senso, è una vera e propria miniera d’oro.

Lo spettacolo diventa addirittura penoso quando il Sig. De Laurentis, in qualsiasi contesto si trovi, non perde mai l’occasione per ricordare che lui è stato il “salvatore” della squadra di calcio napoletana; rilevandone il titolo e portandola dall’inferno della terza serie agli attuali splendori della coppa dei Campioni.

Dimentica, però, o, almeno, fa finta di ignorarlo, che: se è vero che fu lui a ridare linfa vitale a una società fallita, è altrettanto vero che se non lo avesse fatto, oggi – in qualità di semplice produttore cinematografico – sarebbe noto, al grande pubblico, nella giusta misura corrispondente al valore dei cine-panettoni che ci propina ogni anno nel periodo delle vacanze natalizie. Non godrebbe, di certo, del “richiamo” e della popolarità – che nel suo ambiente si quantifica in milioni di dollari di pubblicità gratuita – che gli derivano dall’essere Presidente di quella stessa compagine che, una volta, offriva al mondo le meraviglie calcistiche e le prodezze balistiche di Maradona, Careca, Giordano, Alemao, Zola, Carnevale, ecc.

Lo dico da napoletano e da tifoso. Basta, ci siamo scocciati di sentircelo ripetere: De Laurentis intervenne nel momento del bisogno della società calcio Napoli – che rischiava di scomparire – e di questo gli saremo sempre grati; ma non fu un semplice atto da “buon samaritano”. Si trattò di una comunissima operazione commerciale in cui egli si cimentò, impegnando cifre importanti e aspettandosi dei risultati ben più importanti che, puntualmente, si sono realizzati!

Abbiamo ricevuto e ampiamente restituito. Ora basta.

E, per cortesia, eviti altre boutade quali quella sulla costruzione di un nuovo stadio da soli ventimila posti; per accogliere alcuni “eletti” della (sterminata e meravigliosa) tifoseria azzurra.

Renato Fioretti

Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

17/2/2017

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