Ucraina Palestina. Il terrorismo di Stato nelle relazioni internazionali
Il libro di Alessandro Orsini è un libro con una chiara impronta accademica, la premessa dell’Autore è che per affrontare in modo scientifico le grandi questioni della politica internazionale, occorre spogliarsi dei propri sentimenti e delle proprie passioni. Quando si piegano le proprie analisi alle proprie convinzioni il risultato è imbarazzante. Nel suo ultimo libro Piergiorgio Odifreddi parla di ‘Occidente über alles’, per stigmatizzare come da questa parte del mondo siano diffusi sentimenti di superiorità. Quello che Orsini chiama ‘l’uomo del corriere della sera’ vive di queste convinzioni e a queste convinzioni piega le proprie analisi, nel libro sono riportati e decostruiti 5 pregiudizi, che, riconoscendo la superiorità dell’Occidente, portavano tanti analisti, a differenza di Orsini, a prevedere un crollo russo. Questi pregiudizi erano: quello economico, l’economia russa è inferiore e come disse Letta crollerà a breve, il secondo è quello militare, il terzo è che Putin ha un’intelligenza inferiore, il quarto è che l’industria russa è inferiore e l’ultimo è morale, la Russia è uno Stato isolato dal resto del mondo. Come la realtà si è premurata di dimostrare tutte queste analisi erano sbagliate. Questi 5 pregiudizi rappresentano bene la pretesta dell’Occidente di essere la civiltà migliore, è quindi azzeccato il commento dell’Autore quando afferma: ‘la cultura della superiorità morale del Corriere della Sera non è compatibile con i valori promossi dalla Costituzione’ [pag. 77].
Come scrive giustamente Orsini anche dal punto di vista statistico è impossibile che ogni volta che l’Occidente combatte, direttamente o indirettamente, una guerra si trovi dalla parte giusta. Se alla questione ucraina, che viene esaminata nel suo sviluppo storico, si affianca quello che succede in Palestina (difficilmente definibile guerra ma più correttamente genocidio), ci si accorge come questa piccola parte di mondo continui a riproporre slogan vuoti e insensati. L’analisi di Orsini procede dalla definizione di terrorismo per arrivare alla conclusione che ‘Hamas può essere definita in due modi diversi: un’organizzazione terrorista che persegue la liberazione nazionale oppure un movimento di liberazione nazionale che utilizza il terrorismo’ [pag. 107], la stessa analisi però viene rivolta contro Israele. È sbagliato pensare che uno Stato non possa essere terrorista, Israele è uno Stato terrorista e gli elementi che sono riportati nel libro non lasciano margine al dubbio. È importante sottolineare come per l’Autore non sia solo Netanyahu ad essere chiamato in causa ma lo Stato israeliano, che si è macchiato di crimini terroristi anche in altri momenti storici.
I ragionamenti contenuti in questo libro possono essere condivisi o meno ma non si può negare che in queste pagine ci siano quelle domande e quelle risposte che sono state espunte dal dibattito accademico e politico in questi anni. Il doppiopesismo porta a condannare la violenza altrui ma ad accettare quella commessa dalla propria parte, è il motivo per cui l’Occidente piange Navalny ma si disinteressa di Assange. Questo doppiopesismo impedisce di guardare alla realtà, a come l’Occidente abbia provocato la Russia fino a portarla all’operazione militare speciale, siamo in presenza della fede cieca nell’Occidente che annebbia il giudizio, come dire Right or wrong, my country. Personalmente sospetto che dietro la convinzione di tanta gente ci sia altro e magari anziché rincorrere fantomatici rubli pagati a chi pone domande scomode occorrerebbe cercare qualche dollaro.
Marco Pondrelli
29/6/2024 https://www.marx21.it/
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