Un anno di genocidio a Gaza. L’intervista a Moni Ovadia

InfoPal. Di Angela Lano. Il genocidio israeliano nella Striscia di Gaza è in atto da un anno, il numero delle vittime, tra morti, feriti e dispersi, si aggira intorno alle 150.000. Interi gruppi familiari sono stati annientati e quartieri e cittadine sono state spazzate vie. Il progetto israeliano è il colonialismo di insediamento, cioè genocidio e pulizia etnica dei nativi, e loro sostituzione con i coloni sionisti. Le organizzazione internazionali denunciano i crimini israeliani, ma non agiscono per fermarli, ostaggio di se stesse e del veto USA. La débâcle occidentale, con tutti i suoi disvalori, doppi standard e due pesi-due misure, è sotto gli occhi del mondo intero. Il suprematismo razzista, arrogante e guerrafondaio dell’Occidente è palese. Il suo sostegno incondizionato ai colonizzatori genocidi israeliani, che ora hanno allargato la loro guerra anche al Libano, sposta sempre di più l’asse della bilancia verso i BRICS e il mondo multipolare e civile portatore di un’altra visione delle relazioni tra i popoli. Abbiamo parlato di tutto questo con diverse persone, in una serie di interviste. Quella di oggi è con Moni Ovadia, noto attore, cantante e scrittore che coraggiosamente parla a sostegno del popolo di Palestina.

Da un anno Israele sta bombardando la Striscia di Gaza. La situazione è devastante, ma l’Occidente egemonico, a parte qualche dichiarazione di condanna, continua ad appoggiare incondizionatamente e militarmente Tel Aviv e il genocidio. I doppi standard sono evidenti. Ne vogliamo parlare?

“Dobbiamo capire una cosa: secondo me, Israele è in corto circuito psicopatologico e con lui tutto l’Occidente. L’Occidente, rispetto al genocidio in corso a Gaza, paga il prezzo della sua posizione verso il nazismo: i nazisti fecero tutto il lavoro sporco, mentre il resto dei Paesi occidentali non intervenne, ad eccezione di alcuni. Ad esempio, io sono nato in Ungheria, dove il governo, all’epoca, non aveva consegnato gli ebrei ai nazisti. Questo complesso di colpa ha fatto ragionare gli occidentali in questo modo: “Risarciamo gli ebrei, appoggiando lo Stato di Israele, tanto chi se ne frega dei Palestinesi!” L’Occidente è stato e continua a essere, razzista, suprematista e coloniale.

Israele è nato grazie a Stalin, che diede appoggio diplomatico, politico e militare agli ebrei. Lui pensava a uno stato di orientamento socialista grazie ai kibbutzim, che tuttavia erano un avamposto strategico, nient’affatto socialista.

Ben Gurion poi evocò il socialismo e i sionisti laburisti convinsero l’Occidente che il sionismo fosse un progetto socialista per “una terra senza popolo per un popolo senza terra”: ma di colonialismo si tratta. E’ una via coloniale di occupazione: i sionisti non vollero vedere il milione e mezzo di nativi.

Tra laburisti e fascisti sionisti la differenza sta solo nella modalità: i primi hanno un colonialismo più graduale, i secondi più violento, dichiarando da subito che la Palestina mandataria, la Giordania e il Libano costituivano la “Grande Israele”. Con Netanyahu e il suo governo, tutto ciò è diventato più esplicito. Il sionismo millenarista prevede la cacciata di tutti i palestinesi.

Tuttavia, il popolo palestinese resiste, è eroico, con una forte identità e il gioco di costringerlo ad andarsene non ha funzionato, quindi l’etnocidio si è trasformato in genocidio e l’Occidente, che nella sua natura è immondo, appoggia Israele.

I governi israeliani hanno violato tutte le risoluzioni ONU e le convenzioni di Ginevra, ma l’Occidente ipocrita utilizza il doppio standard – sostiene l’Ucraina contro la Russia, e Israele contro i Palestinesi, adducendo come giustificazione che Hamas è violento. In realtà, Hamas è un movimento di liberazione nazionale. Dunque, non possiamo aspettarci nulla dall’Occidente”.

Palestina e mondo multipolare: crede che i BRICS+ possano produrre un cambiamento?

“Qual è il punto di forza dei Palestinesi? I BRICS, l’emergenza dei BRICS come coalizione che farà finire gli USA e Israele – senza gli USA Israele è finita.

Chomsky parla della ‘fine dell’Impero americano’. Ci vorranno ancora, forse, 10-15 anni, e a quel punto sarà possibile cambiare l’ONU e abolire il diritto di veto. Per Israele sarà un inferno: avranno la guerra civile. I fanatici, 800mila coloni armati, non ragionano. L’orrore portato avanti da Netanyahu decreterà la fine di Israele, perché con questo genocidio è entrato in contraddizione irresolubile. Israele si è sempre venduto come Stato democratico, ma uno stato democratico non fa pulizia etnica dei nativi”.

Pensa che ora ci siano delle possibilità di degradare ufficialmente Israele allo status di paria, isolarla internazionalmente e sanzionarla, come stanno ipotizzando vari esperti di diritti umani?

“Stato pariah? Lo sarebbe già, se non fosse per l’appoggio degli Stati Uniti. I nostri politici fanno finta di non vedere, di non capire la situazione: sono servi pagati dagli USA, ma il mondo multipolare con l’allargamento dei BRICS sta diventando la prima potenza militare (con Russia, Cina), e gli Stati Uniti e l’Europa al seguito dovranno cambiare strategie e addivenire a più miti consigli. Israele è ormai condannato dalla maggioranza dei Paesi ONU, tuttavia, c’è ancora il diritto di veto che intralcia…”

Una domanda scontata: ebraismo e sionismo, in che relazione stanno?

“La lobby sionista sono i cristiani evangelici. Loro sostengono che tutti gli ebrei devono andare in Israele affinché possa ritornare Gesù e allora gli ebrei dovranno convertirsi. Sono antisemiti. Ma il Talmud proibisce agli ebrei di avere uno Stato. Infatti ci sono ebrei non sionisti, come quelli di Naturei Karta.

Il sionismo nasce nel contesto del colonialismo europeo del tardo Ottocento: la Conferenza di Berlino promulgò il principio tossico della terra nullius, terra che non appartiene a nessuno perché ci sono dei “selvaggi”. Qui nasce l’ideologia sionista. La forma di religione più consona al sionismo è il protestantesimo perché lega la redenzione alla prosperità. I sionisti sviluppano la loro ideologia all’interno di questo fenomeno. Sappiamo che il sionismo non attirava gli ebrei: soltanto 40mila emigrarono in Palestina, mentre 2 milioni andarono negli USA. Senza la Shoah non ci sarebbe stato Israele. Per risolvere un crimine ne hanno commesso un altro.

Gli ebrei sono stati le vittime del secolo XX, ma i sionisti hanno usato tale condizione come grimaldello per il loro colonialismo, e continuano, paradossalmente, a dirsi vittime. Il vittimista gioca sempre sporco… Usano la stessa logica dei nazisti: “Ci dobbiamo difendere dagli ebrei sennò rovinano la Germania”. I sionisti fanno lo stesso”.

NATO versus Russia per interposta Ucraina, Israele versus Libano, Siria, Iran, ecc. Stiamo andando verso una guerra mondiale?

“E’ possibile. L’unico sensato è Putin. Questa guerra in Ucraina è voluta dalla NATO. Putin è un uomo paziente, ha detto alla NATO che questo allargamento verso la Russia non andava bene, ma gli USA sono russofobici, non conoscono la mentalità, la cultura russa. Sono pieni di preconcetti e sono ignoranti. Pensiamo che il 70% dei cittadini statunitensi non sa neanche dove sia la Russia. Si sentono eletti da Dio – The Manifest Destiny -. E’ l’ideologia protestante”.

Cosa sta succedendo in Libano?   

“Il Libano è l’Iran. La forza armata del Libano sono Hezbollah e l’Iran. Il governo Netanyahu vuole coinvolgere gli USA nella guerra. Gli israeliani hanno le armi atomiche dal 1962, date loro dai francesi. Se ce l’ha anche l’Iran per loro è un disastro, quindi vogliono attaccare il Paese prima che questo si doti di atomiche, sempre che già non ne sia in possesso. Israele ha assassinato diversi ingegneri e tecnici nucleari iraniani, nel corso degli anni. E’ un Paese lunatico, fuori di testa, che crede solo nella violenza. I sionisti non sono intelligenti”.

(Foto: https://naufraghi.ch/moni-ovadia-il-diritto-di-difendere-i-palestinesi/)

28/9/2024 https://www.infopal.it/

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