UN APPELLO PER NON CONFONDERE ANTISEMITISMO CON LA LOTTA PER I DIRITTI CALPESTATI DEL POPOLO PALESTINESE
Al Ministro degli Esteri Italiano, Antonio Tajani
Al Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, Maurizio Massari
Oggetto: adozione della definizione dell’antisemitismo proposta dall’IHRA all’esame
della Assemblea Generale dell’ONU il 27 Gennaio 2023, giorno di commemorazione
dell’Olocausto designato dall’Assemblea Generale dell’ONU
Come associazioni della società civile in Italia auspichiamo che si arrivi ad una soluzione giusta e
pacifica in Medio Oriente e siamo nel contempo consapevoli dell’espansione di opinioni razziste ed
antisemite in Europa ed Italia, ma anche preoccupati dell’uso arbitrario e fortemente politicizzato, da
parte dei successivi governi israeliani, che si fa della “definizione operativa” proposta dall’IHRA,
(Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto) nel 2016.
Molti colleghi ebrei hanno condiviso la loro opposizione all’adozione di questa definizione, che non
combatterebbe l’antisemitismo, ma minerebbe “la difesa e l’applicazione della legislazione
internazionale da parte dell’ONU nel caso dei rapporti Israelo-Palestinesi”.
Molte personalità e organizzazioni ebree rigettano la definizione dell’antisemitismo proposta
dall’IHRA per il voto alla Assemblea Generale dell’ONU, perché è stata e sarebbe utile solo come arma
politica per lo Stato di Israele, assimilando tutti gli ebrei sotto il suo ombrello e colpevolizzando ogni
dissenso legittimo contro le politiche di tutti i suoi successivi governi. Qui il testo della loro posizione:
Per diversi anni la definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust
Remembrance Alliance) è stata sistematicamente utilizzata per false accuse di antisemitismo contro i
critici del regime israeliano. Serve a proteggere Israele, non gli ebrei. La sua formulazione si adatta
bene a questo ruolo politico per armare false accuse, come documentato in un rapporto, “The IHRA
Definition at Work” (la Definizione Operativa IHRA). Il governo israeliano ha esteso tali false accuse
contro gli organismi delle Nazioni Unite e le relazioni degli esperti che difendono il diritto
internazionale e i diritti umani contro l’oppressione israeliana in Palestina.
Ad esempio, Israele ha imposto un “regime di apartheid” di discriminazione razziale al popolo
palestinese, secondo un rapporto del 2017 di un organismo delle Nazioni Unite, redatto da Richard
Falk, un ex investigatore dei diritti umani delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, e Virginia
Tilley, docente di scienze politiche alla Southern Illinois University. Il loro rapporto è stato falsamente
denunciato come antisemita. Questa denuncia si è servita degli esempi allegati alla definizione
dell’IHRA, per cui chiamare Israele “una costruzione razzista” è presumibilmente antisemita.
Più recentemente Gilad Erdan, ambasciatore israeliano all’ ONU, ha denunciato l’ agenzia ONU
per i rifugiati palestinesi (UNRWA) e la Corte Penale Internazionale come antisemiti. Ora chiede che
l’Assemblea Generale ONU (UNGA) adotti la definizione IHRA che verrebbe utile per legittimare le
false allegazioni.
Per queste ragioni numerosi studiosi internazionali hanno collegialmente chiesto all’ UNGA di
respingere la definizione IHRA.
Nel suo rapporto la prof.ssa E. Tendayi Achiume, rapporteur speciale ONU sulle forme
contemporanee di razzismo “cautela nell’ affidarsi alla definizione operativa IHRA come strumento
per e all’ interno dell’ONU e delle sue entità costitutive”
Dal 2018 la definizione IHRA è stata contrastata da piu di 40 gruppi ebraici in tutto il mondo.
Vi preghiamo di respingere l’errata definizione dell’IHRA che mina il mandato delle Nazioni
Unite per il diritto internazionale e i diritti umani.
Firmato da David Cannon, Chair of Jewish Network for Palestine (JNP) per International Jewish Anti-
Zionist Network (IJAN), JNP, Jewish Socialists’Group (JSG) e Jewish Voice for Labour Jewish
Network for Palestine (JVL).
Ricordiamo anche che la stessa definizione IHRA è per altro stata inizialmente proposta
come definizione operativa e senza forza vincolante, ma tuttavia viene spesso utilizzata con
potere vincolante dalle istituzioni di molti Paesi.
Più di 350 studiosi internazionali che lavorano nel campo dell’antisemitismo, che sono
ebrei, israeliani, palestinesi e mediorientali, hanno chiesto di respingere l’errata definizione
dell’IHRA che mina il mandato delle Nazioni Unite per il diritto internazionale e i diritti umani,
dettagliando le potenzialità di uso strumentale della definizione, senza essere efficace nel
diminuire l’antisemitismo. https://jerusalemdeclaration.org.
Egregio Ministro ed egregio Ambasciatore, alla luce di quanto sopra riteniamo che l’Italia,
pur avendo nel 2020 accolto la definizione IHRA inclusi i suoi esempi
(https://www.governo.it/sites/governo.it/files/documenti/documenti/Presidenza/NoAntisemitis
mo/StrategiaNazionale/StrategiaNazionaleLottaAntisemitismo_def.pdf), debba modificare la
propria posizione facendosi promotrice presso l’ONU di politiche di contrasto all’antisemitismo
meno criticabili e più condivisibili anche dalle organizzazioni e dagli studiosi ebrei sopra citati.
Mille grazie per la vostra cortese attenzione
Associazione in Italia degli Amici dei Prigionieri Palestinesi
Alkemia – ATS
Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese Onlus
Assopace Palestina
BDS Italia
Comitato con la Palestina nel Cuore
Cultura e libertà
Defense for Children, Italia
Forum Palestina
Invicta Palestina
Medicina Democratica, onlus
New Weapons Research Group, odv
odv Salaam Ragazzi dell’Olivo, Comitato di Trieste
Per non dimenticare – odv
Rete Bioregionale Italiana
Rete Raed Resch, Udine
Rete romana di solidarietà con il Popolo Palestinese
Salaam Ragazzi dell’Olivo – Comitato di Milano – Onlus
Ulaia ArteSud odv
USB- Unione Sindacale di base
22/1/2023 https://www.medicinademocratica.org
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