Un Ministero pro rischi sul lavoro
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Con l’istituzione del “Ministero dell’impresa” che renderà quello del Lavoro un’appendice, il governo dell’estrema destra ha implicitamente legiferato la stabilizzazione degli infortuni e delle morti sul lavoro e la logica possibilità che aumentino in base alla priorità degli interessi di produttività delle imprese. In realtà le Leggi, dalla 626 del 1994 alla 81del 2008, non sono mai state fatte rispettare dai governi per non disturbare le imprese. Se i sindacati non si inpegneranno a spegnere questo faro governativo morirà definitamente la Repubblica fondata sul lavoro e ne avremo un’altra, fondata sulle stragi sul lavoro. Da questa prospettiva non ne usciamo senza rimettere in campo il conflitto sindacale e sociale, abbadonando la concertazione istituzionale e ricostruendo faticosamente il protagonismo dei lavoratori.
Faticosamente perchè siamo già in ritardo di decenni, perche, per fare un esempio, oggi abbiamo in Italia poco più di 4 mila ispettori del lavoro su oltre 2000 imprese, e ognuna di queste ha la probabilità di essere controllata una volta ogni undici anni. Considerando che la vigilanza si basa solo sulla regolarità dei contratti di lavoro, il pagamento dei contributi e delle assicurazioni obbligatorie, abbiamo il quadro della continuità degli infortuni e dei morti sui luoghi di lavoro.
Questo stato di cose deride sfacciatamente anche proposte come quella dell’ulteriore finanziamenti alle imprese che verrebbero utilizzati, considerando la deviata natura delle imprese.
Quanto detto – a meno che qualche sindacalista perplesso ha il coraggio di confutarlo – ci porta a ribadire con sempre più convinzione una proposta che da anni poniamo all’attenzione pubblica, quella che rappresenterebbe l’unico ariete efficace per crepare il muro di gomma della concertazione, finora perdente, questo ariete ha un nome: Titolarità degli RLS come figura istituzionale, indipendente dalla aziende e sgravato da altri incarichi elettivi (rsu etc).
Per prevenire timori sindacali diciamo chiaramente che questa “titolarità”non contrappone alla figura del RLS a quella del RSU, anzi li rafforza entrambi chiarendo le loro responsabilità e competenze. L’investitura Istituzionale ha l’obbiettivo di chiarire ulteriormente l’importanza fondamentale che hanno i RLS a prescindere da ogni tipo delle relazioni tra sindacato e aziende, pubbliche e private.
Chi elegge i RLS? devono essere spressamente indicate/i dai gruppi omogenei di lavoratrici e lavoratori, gli unici titolati a decidere della propria salute. Sta alla lungimiranza del sindacato far collaborare RSU e RLS nell’eventuale conflitto che potrebbe contrapporre RLS e azienda/Impresa. L’autonomia consente ai RLS di superare l’obbligo di mediazione sul tema della sicurezza, quella mediazione naturale che le RSA e le RSU devono considerare sui temi della difesa dei posti di lavoro, dei salari e delle normative contrattuali.
La collaborazione tra RSU e RLS diventa indispensabile sulla connessione dell’Organizzazione del lavoro con la prevenzione per la sicurezza sul lavoro. Connessione che oggi, e da troppi anni, è inibita dagli equilibri tra datori di lavoro e sindacati.
Quindi, per noi non c’è prevenzione senza un ruolo chiario delle e dei Rappresentante/i dei Lavoratori per la Sicurezza, dovrebbe essere, una figura fondamentale e strategica che, in collaborazione, con le RSU, deve contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, con l’obbiettivo della prevenzione. Se vogliamo salvaguardare la salute di molte lavoratrici e molti lavoratori; se vogliamo evitare la morte di tante e tanti; se vogliamo intervenire sulle cause che predestinano la morte con le malattie professionali; se vogliamo limitare la disabilità di tante e tanti causa infortuni.
Pare un obbiettivo minumalistico, lo è volutamente perchè ci rendiamo conto dei rapporti di forza, politici e sindacali, che si sono instaurati in 40 anni di ristrutturazione capitalista senza alcuna contrapposizione di classe, dovuta, anche, al silenziatore messo in atto dal sistema d’informazione sulle lotte, in contemporanea alla repressione militare e giudiziara che hanno salvaguardato le Leggi di eliminazione di tutti i diritti acquisiti nelle lotte.
Siamo convinti, da sempre, che questa sia l’unica strada per costruire prevenzione, per non continuare a fare i certificatori dei numeri quotidiani gridando inutilmente “basta”, e ridurci all’assuefazione combattuta solo con convegni o lezioni online di esperti a tavolino fuori dalle mura dei luoghi di lavoro.
Franco Cilenti
Editoriale del numero di novembre del mensile Lavoro e Salute
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