Una indimenticabile luce che ci riguarda e che resta
Nella notte Rossana Rossanda ci ha lasciato. Non è una perdita scontata, in qualche modo attesa viste le sue gravi condizioni fisiche e l’età.
E’, e resterà, una ferita aperta. Dopo l’ultima drammatica crisi economica de il manifesto alla fine del 2012, generazionale e politica, negli ultimi anni era tornata a scrivere e ad essere in qualche modo presente sul suo giornale.
Ora, come non mai, ci manca quello stile che voleva scendere nel profondo, mai contenta, quella irrequietezza e distanza critica ma sempre dedita alla vicinanza con i più giovani, quel rimprovero a non dimenticare le ragioni fondative della nostra esistenza nata per la crisi profonda dei modelli alternativi di costruzione del socialismo ma anche per il precipizio del modello capitalistico vincente.
Per noi che abbiamo lavorato con lei per 50 anni e che la consideriamo la nostra “matrice”, le sue parole serene e taglienti hanno attraversato e attraversano la nostra vita ogni giorno, alle prese con le notizie che arrivano da tutti i lati del mondo e dal Belpaese e che confermano una diffusa e generale crisi materiale e di senso, così profonda che rasenta la tragedia.
I tempi che si annunciano mostrano un futuro oscuro che rimanda ad epoche perfino più buie che Rossana aveva attraversato, sempre combattendo dalla parte degli ultimi, sempre attenta alla nascita dei nuovi, decisivi, movimenti.
C’era negli occhi di Rossana una indimenticabile luce che ci riguarda e che resta come insegnamento irrinunciabile: era quella di chi, non aspettando consensi e pubblicità, indaga il presente senza fingimenti e sempre con attitudine insoddisfatta.
Era come se avesse sotto gli occhi la barra del tempo e il suo lieve ma inesorabile moto: era una comunista, lavorava per una società superiore ma non sfuggiva ai limiti del passato.
Siamo all’altezza di quel rigore e di quella caparbietà necessaria?
Rossana era unica. Ora giustamente tutti ricordano la sua importanza, non solo per la storia del Manifesto, per la politica e per la cultura contemporanea. Lei però non si omologava ai modelli intellettuali dominanti, era in disparte a vedere prima degli altri lo sviluppo dei processi sociali in corso e a prevederne i risultati.
Trasmetteva durezza ed amore, un amore incommensurabile e più forte delle nostre scarse possibilità materiali. Era indipendente e libera nell’individualità e nella dimensione collettiva.
Addio Rossana e per sempre.
Tommaso Di Francesco
20/9/2020 https://ilmanifesto.it
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