Unchilding: Israele la Disumanizzazione dei figli della Palestina
La rappresentazione israeliana e occidentale dei bambini palestinesi come adulti mira a nascondere i loro omicidi, le mutilazioni e la prigionia.
Fonte: English version
Di Yara Hawari – 17 febbraio 2025
Immagine di copertina: Una foto di Saddam Rajab, colpito nella Cisgiordania Occupata da un soldato israeliano il 28 gennaio e poi morto per le ferite (Al Jazeera Arabic)
Il 7 febbraio, Saddam Rajab, 10 anni, è morto in un ospedale nella Cisgiordania Occupata dopo essere stato colpito da un soldato israeliano giorni prima. Saddam era fermo sulla strada di fronte a casa sua quando i soldati israeliani hanno invaso il suo villaggio vicino a Tulkarem e hanno iniziato a sparare.
Le riprese delle telecamere di sorveglianza mostrano il momento in cui è stato colpito. È caduto a terra, tenendosi l’addome e rannicchiandosi in posizione fetale. Il primo ospedale in cui è stato portato d’urgenza non è stato in grado di curarlo e quindi ha dovuto essere trasferito in un altro ospedale a Nablus. Durante il tragitto, l’ambulanza è stata trattenuta per ore a un posto di blocco dove un soldato israeliano ha provocato il padre di Saddam, dicendo: “Sono io quello che ha sparato a tuo figlio. Se Dio vuole, morirà”.
Saddam è uno dei 13 bambini palestinesi che l’esercito israeliano ha ucciso nella Cisgiordania Occupata dall’inizio dell’anno. Il numero di bambini uccisi dai soldati e dai coloni israeliani nella Cisgiordania Occupata ha sorprendentemente superato i 220 da gennaio 2023.
La storia di Saddam, come le storie di altre vittime minorenni palestinesi, non ha mai fatto notizia a livello internazionale. Non c’è stata alcuna reazione da parte della comunità internazionale al suo omicidio. Questo perché i bambini palestinesi subiscono una Disumanizzazione implacabile.
Questo è evidente anche nelle poche storie che finiscono sotto i riflettori dei media, come il caso di Hind Rajab, sei anni, uccisa dall’esercito israeliano a Gaza il 29 gennaio 2024, quasi esattamente un anno prima di Saddam. Insieme a sua zia, suo zio e i cugini, Hind stava tentando di evacuare da Gaza in macchina quando sono stati circondati dalle forze israeliane, che hanno aperto il fuoco contro di loro.
Mentre i suoi parenti venivano uccisi, Hind è sopravvissuta al fuoco iniziale ed è riuscita a mettersi in contatto con la Società della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS). La registrazione pubblicata delle sue telefonate alla PRCS in cui chiedeva aiuto mentre i carri armati israeliani si avvicinavano a lei ha scioccato il mondo.
L’ambulanza inviata per salvarla non è mai tornata e le chiamate di Hind al PRCS sono cessate. Quasi due settimane dopo, sono stati trovati i corpi di Hind, dei suoi parenti e dei due operatori dell’ambulanza, Yusuf Zeino e Ahmed al-Madhoun. Le indagini successive hanno dimostrato che l’esercito israeliano ha sparato all’ambulanza e all’auto in cui Hind era bloccata, nonostante ne avesse ricevuto le coordinate.

Mentre la storia della brutale morte di Hind faceva notizia a livello internazionale, un caso raro tra gli oltre 17.000 bambini uccisi a Gaza, ci sono stati comunque tentativi di disumanizzarla e negarle lo status di vittima bambina. Ad esempio, quando la CNN ha dato notizia dell’accampamento studentesco dell’Università Columbia che aveva intitolato un edificio a lei, ha spiegato che “Hind’s Hall” era un riferimento a una “donna” che era stata uccisa a Gaza.
Un altro esempio particolarmente eclatante di negazione dello status di bambina palestinese è un rapporto di Sky News del gennaio 2024, in cui l’emittente ha affermato che: “Accidentalmente, un proiettile vagante ha colpito una bambina di tre o quattro anni all’interno di un furgone uccidendola”. Questa “giovane donna” era una bambina palestinese di nome Ruqaya Ahmad Odeh Jahalin, che è stata colpita alla schiena dai soldati israeliani mentre era seduta in un taxi con la sua famiglia in Cisgiordania.
Questi esempi illustrano ciò che l’accademica palestinese Nadera Shalhoub-Kevorkian ha chiamato “Unchilding”. Ha coniato il termine per esporre la Disumanizzazione che accompagna la violenza contro i bambini in un contesto coloniale. Nella Palestina Occupata e Colonizzata, i bambini palestinesi vengono spogliati della loro infanzia per giustificare la brutalità che viene loro inflitta.
Per decenni, i bambini palestinesi sono stati ritratti dal Regime israeliano e dall’Occidente come inferiori agli altri bambini o per niente bambini; sono stati spesso equiparati ad adulti che hanno il potenziale per essere “terroristi”. In questo modo, sono visti come intrinsecamente pericolosi e viene negato loro lo status di “bambini” e la connotazione di innocenza che gli viene attribuita.
L’Unchilding non solo copre l’omicidio e la mutilazione di bambini palestinesi; facilita anche il loro rapimento, la detenzione e gli abusi nelle carceri israeliane.
L’anno scorso, Ayham al Salaymeh, un ragazzo palestinese di 14 anni di Silwan, Gerusalemme, è diventato il più giovane palestinese a scontare una pena detentiva in una prigione israeliana. Ayham era stato arrestato due anni prima ed era stato accusato di aver lanciato pietre contro coloni israeliani illegali.

È stato interrogato e posto agli arresti domiciliari per due anni, prima di essere condannato ai sensi della nuova legislazione israeliana che consente l’incarcerazione di bambini palestinesi per reati capitali classificati come “terrorismo”. Israele è l’unico Paese al mondo che persegue e imprigiona sistematicamente i bambini.
I media israeliani etichettano sistematicamente i bambini palestinesi come Ayham come potenziali minacce alla sicurezza, minori indottrinati o scudi umani, nel tentativo di giustificare la loro incarcerazione e Tortura.
Mentre il Genocidio in Palestina si estende, la terribile realtà è che altri bambini e adulti palestinesi saranno uccisi dall’esercito israeliano mentre il mondo guarda. Le loro uccisioni non saranno documentate dai tradizionali media occidentali, non ci saranno servizi televisivi che intervisteranno le loro famiglie con composizioni di foto della loro infanzia, né ci saranno dichiarazioni di condanna da parte dei capi di Stato mondiali. I bambini palestinesi sono stati effettivamente privati della loro infanzia e con essa della loro Umanità.
Yara Hawari è Analista Capo della Rete Politica Palestinese Al-Shabaka. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Politica del Medio Oriente presso l’Università di Exeter, dove ha tenuto vari corsi universitari e di cui continua ad essere ricercatrice onoraria. Oltre al suo lavoro accademico, incentrato sugli studi indigeni e sulla storia tramandata, è una assidua commentatrice politica che scrive per vari media tra cui The Guardian, Foreign Policy e Al Jazeera English.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
21/12/2025 https://www.invictapalestina.org
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