Uno sciopero per la salute dei lavoratori e per la sicurezza degli utenti
“ Quello che aveva di fronte era un uomo più vecchio, più stanco del quarantacinquenne… cui occhi solo un mese e mezzo prima riuscivano ancora a riflettere l’ultimo lampo dello scienziato che aveva conosciuto da bambino .Quella luce si era ormai spenta nella espressione grave ,nella pelle opaca, nelle palpebre gonfie di un uomo che dormiva meno di quello che gli sarebbe servito, che non riposava bene neanche quando dormiva e che era ingrassato a forza di mangiare male , a volte poco, a volte troppo, sempre fuori orario”…
I pazienti del dottor Garcìa, Almudena Grandes
Abbiamo solidarizzato , fin dal primo, con gli scioperi indetti dai lavoratori CMC Cargo;
non siamo un sindacato né un partito politico , il nostro interesse è la salute dei lavoratori che, anche in questo caso, coincide, come sempre, con la salute dei cittadini e degli utenti ;
per gestire “bene” una attività così delicata come quella di cui parliamo occorre garantire la massima condizione di “benessere lavorativo” ;
però non è questo evidentemente il parere del datore di lavoro che “disconoscendo” l’interlocutore fa un atto non sorprendente (di questi tempi !) nel corso di “relazioni sindacali” deteriorate, ma non “sufficiente” per bypassare i propri doveri di “debitore di sicurezza” (per usare una definizione divulgata del giudice Guariniello);
tutti i punti alla base della piattaforma dello sciopero del 22 novembre 2022 sono inerenti alla contestazione di COSTRITTIVITA’ ORGANIZZATIVE POTENZIALMENTE FONTE di DISTRESS E di DANNO ALLA SALUTE PSICOFISICA DEI LAVORATORI (riduzione orario di lavoro e riduzione dei servizi notturni, riduzione dei limiti per il termine del servizio, riduzione RFR –riposi fuori residenza e abolizione dei RFR diurni, adeguamento fisiologico e fisico di tempi, orari e locali per la refezione, adeguamento dei tempi riposo, miglioramento della sicurezza/illuminazione/ percorribilità degli scali , non attribuzione di PAT (ulteriori carichi lavorativi) al Personale di Macchina , abolizione equipaggio MEC3 che non consente le necessarie potenzialità dei soccorsi di emergenza eventualmente necessari,dissociabilità del “vigilante” su tutti i mezzi di trazione, abolizione della cosiddetta “disponibilità” che “inquina” e invade col tempo di lavoro il tempo di vita;
viviamo in una fase storica in cui assistiamo ad una grande “propaganda” sulla “sostenibilità” e sulla “inclusione” ma , oltre la “propaganda” i fatti dimostrano purtroppo ben altro se prendiamo in considerazione l’impatto del lavoro costrittivo sulla speranza di vita e di salute dei lavoratori ; recenti osservazioni dell’OMS/OIL (organizzazione mondiale della sanità e ufficio internazionale del lavoro) evidenziano che i danni alla salute vanno ben oltre la punta dell’iceberg “ufficiale” () poniamo dunque un quesito (e lo poniamo anche al funzionario del Ministero del lavoro che di recente ha dovuto prendere atto della indisponibilità al confronto) : un datore di lavoro può sottrarsi ad una valutazione critica del DVR da parte dei lavoratori, degli rrllss e degli organi di vigilanza ? ovviamente la domanda è retorica ; dunque un secondo , semplice, quesito : i soggetti che hanno titolo a prendere in esame il DVR, anche con riferimento all’art.28 (valutazione del distress lavorativo) , ritengono che la attuale organizzazione del lavoro sia compatibile con una valutazione del rischio adeguata o piuttosto che la attuale organizzazione necessiti di rigorose e robuste “azioni di miglioramento” ? Nel merito : noi affermiamo che, in quanto a vincoli, costrittività, mancato rispetto dei ritmi circadiani e delle normali esigenze fisiologiche dell’organismo umano , imprevedibilità degli impegni lavorativi, mancata separazione chiara e netta tra tempo di vita e tempo di lavoro, sbilanciamento nell’intreccio ed equilibrio tra autonomia, carico e ricompensa (modello KARASEK per la interpretazione del distress) QUESTA ORGANIZZAZIONE SIA POTENZIALMENTE PATOGENA PER LA SALUTE PSICOFISICA DEI LAVORATORI. Il datore di lavoro, indisponibile al confronto, manca (forse?) della formazione adeguata e necessaria per esercitare il suo ruolo; lacune della sua “cultura imprenditoriale” ? certo, ma forse anche lacune nella “cultura generale” visto che il nesso tra ritmi non fisiologici e danno alla salute sono noti e ben descritti non solo nella letteratura medica ma anche in quella umanistica (vedi appunto la citazione iniziale da “I pazienti del dottor Garcìa”) ; una buona iniziativa sarebbe che il datore di lavoro acquisisse subito contenuti e indicazioni pratiche della GUIDA EUROPEA PER LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVORATICO , documento ufficiale della UE, 1999 (*) rispetto ai quali la piattaforma rivendicativa dei lavoratori “CMC CARGO” rappresenta una traduzione e applicazione al lavoro del macchinista ferroviario .
Dunque occorre che venga garantito l’accesso al DVR e che si interrompa questa spirale perversa per la quale i lavoratori, per garantire la propria salute psicofisica, debbano essere costretti allo sciopero subendo una decurtazione del loro salario che sarebbe evitabile se si rispettassero alcuni criteri elementari di prevenzione.
Il datore di lavoro rifiuta il confronto (per ora) ma non può disattendere i sui doveri di “debitore di sicurezza” in virtù della Costituzione repubblicana, del decreto 81/2008 e “persino” del codice civile.
DUNQUE DA PARTE NOSTRA PIENO SOSTEGNO ALLO SCIOPERO DEL 22 NOVEMBRE 2022 E ALLA RIVENDICAZIONE DI UNA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ERGONOMICA CHE TENGA CONTO DEI RITMI CIRCADIANI E FISIOLOGICI DEGLI ESSERI UMANI .
NON SIAMO NE’ LE MACCHINE NE’ I “PEZZI di RICAMBIO” DA USURARE A CUI I DATORI di LAVORO VORREBBERO RIDURCI.
UNA BUONA RIUSCITA DELLO SCIOPERO !
Vito Totire
Medico del lavoro, portavoce della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Bologna , 20.11.2022
Stime congiunte sul carico delle malattie e degli infortuni lavoro-correlati elaborate da una commissione di 220 esperti di 35 paesi: nel 2016 ci sono stati 2 milioni di morti nel mondo e 90 milioni di anni di vita persi di questi eventi il 19.3% delle morti e il 29.5% dgli anni di vita persi sono attribuibili a “infortuni” (usiamo le virgolette perché dal 26.5.2022-convegno di Modena – proponiamo di non usare questo termine che significa “mancanza di fortuna” mentre si tratta di eventi di natura del tutto diversa poiché ogni evento evidenzia la omissione di misure di scurezza, da parte del datore di lavoro, spesso dolosa ) l’80 % delle morti è invece attribuibile a malattie professionali il 70% degli anni di vita persi è attribuibile alla stessa causa il fattore di rischio professionale con il maggior numero di decessi attribuibile è la esposizione a orari di lavoro prolungati superiori a 55 ore settimanali o comunque equipollenti dal punto di vista del distress: CIOE’ L’ECCESSO di ORE di LAVORO E di LAVORO CAUSA DI DISTRESS HA CAUSATO nel 2016 750.000 DECESSI PER CARDIOPATIA ISCHEMICA E ICTUS (+ 29% rispetto al 2000) ; per morti per malattie cardiache da orario prolungato e lavoro di /stressante si avuto incremento del 42% per malattie cardiache e del 19% per ictus; l’impatto si è verificato nel 72% nei maschi e soprattutto concentrato dopo i 55 anni; infine si sono evidenziati chiari nessi tra : eccesso di lavoro e depressione, eccesso di lavoro e consumo di alcool, rumore e malattie cardiovascolari ; non risulta indagato (dalle fonti che abbiamo potuto consultare)il nesso tra eccesso di lavoro e tabagismo ma…dovremo continuare ad indagare noi viste precedenti indagini e tante constatazioni empiriche. (*) copertina della GUIDA EUROPEA PER LA PREVENZIONE DEL DISTRESS LAVORATIVO (dovesse mancare nella “biblioteca” del datore di lavoro)
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