USA: il cammino a ritroso tra oscurantismo e deformazione culturale

Mentre alla COP28 la maggior parte dei leader mondiali cercavano di convincere il resto del mondo che stanno facendo il possibile per l’ambiente (cosa non facile visto che le ultime due COP e la prossima sono state assegnate a paesi grandi produttori di petrolio), negli USA cresce il negazionismo.

Ad agosto, è stato istituito il Texas Energy Fund un fondo che prevede di raccogliere 7,2 miliardi di dollari per la costruzione di centrali elettriche alimentate a gas e per coprire il bonus di completamento per la costruzione e le riparazioni degli impianti esistenti nelle aree controllate in alcune aree del Paese. Altri 1,8 miliardi di dollari dovrebbero servire per energia di riserva e un miliardo di dollari in sovvenzioni per le infrastrutture energetiche.

In Texas una decisione governativa del 2021 prevedeva l’obbligo, per gli alunni di terza media, di apprendere alcune nozioni di base sui cambiamenti climatici. Ma per non dire che il paese continuerà a basarsi sul petrolio per chissà quanti decenni, pochi giorni prima dell’inizio dei lavori della COP28, il Consiglio di Stato per l’educazione del Texas ha votato una direttiva che suggerisce di escludere dai libri per gli alunni di terza media sette dei dodici libri di testo di scienze che includerebbero descrizioni troppo accurate delle cause e degli effetti del cambiamento climatico.

La decisione dei giorni scorsi, presa da un gruppo a maggioranza repubblicana, è stata giustificata con la scusa che questi libri erano troppo “negativi” nei confronti dei combustibili fossili, che sono la base di una delle principali fonti di reddito del Texas. Patricia Hardy, membro del Consiglio educativo, ha difeso strenuamente questo punto di vista. Contraria all’adozione di queste misure, invece, Rebecca Bell-Metereau, membro del Consiglio ma democratica.

La nuova comunicazione è arrivata nonostante le richieste della National Science Teaching Association di non permettere che obiezioni fuorvianti potessero influenzare l’adozione di nuovi libri di testo.

Aspetto non secondario il Texas non è solo uno dei maggiori produttori di combustibili fossili degli USA. È anche uno dei maggiori mercati nazionali per i libri di testo. Molti editori fanno di tutto per non inimicarselo. La misura pur non avendo una funzione impositiva per le scuole ha certamente un peso rilevante sulle decisioni di molti distretti scolastici che spesso si conformano a questi consigli dato che questo garantisce che i libri di testo siano conformi agli standard curriculari statali.

Non è la prima volta che i libri di testo scolastici diventano oggetto di controversie e deformazioni politiche. Qualche anno fa, dopo che in Texas era stata approvata una legge che prevedeva delle modifiche al modo in cui gli insegnanti dovevano affrontare l’istruzione su temi come la “razza” e il “genere”, il governatore Greg Abbott ordinò ai funzionari dell’istruzione di “indagare su qualsiasi attività criminale nelle nostre scuole pubbliche che coinvolga la disponibilità di pornografia”. Un rappresentante statale repubblicano inviò ai sovrintendenti un’e-mail con un elenco di libri, chiedendo di verificare se si erano presenti nelle biblioteche scolastiche. Si trattava di libri scritti oltre mezzo secolo fa. Racconti come “Le confessioni di Nat Turner” di William Styron o le opere di Ta-Nehisi Coates e Margaret Atwood, oltre a libri per giovani adulti che parlavano di identità sessuale. I libri che vennero ammessi o esclusi non in base all’oggettività dei contenuti ma per il modo in cui riportavano certi eventi storici. Niente di nuovo.

In alcune scuole americane da tempo si cerca di fornire una versione alquanto “deformata” di ciò che avvenne alla battaglia di Alamo. A lungo, gruppi di origine messicana e indiana hanno cercato di fornire una narrazione corretta su ciò che avvenne in quella battaglia. Fino a quando un vicegovernatore repubblicano chiese di cancellare una tavola rotonda dove si doveva parlare di combattenti schiavisti. In quel periodo, il primo preside nero di una scuola in un sobborgo di Dallas fu costretto a dimettersi dopo essere stato accusato di aver approvato l’insegnamento della teoria critica della razza. Pressioni anche a proposito del cosiddetto Progetto 1619. Un numero speciale del New York Times Magazine ha cercato di spiegare la situazione dei neri americani e le conseguenze della schiavitù al centro della narrativa americana. Per questo è stato considerato off limits. Anche se la legge del Texas non menziona la teoria critica della razza, di fatto scoraggia gli insegnanti che presentano la schiavitù e il razzismo come “qualsiasi cosa che non sia deviazione, tradimento o incapacità di essere all’altezza degli autentici principi fondanti degli Stati Uniti”. Una posizione in conflitto con le opinioni di molti studiosi – tra cui molti che scrivono su The 1619 Project – che hanno più volte ribadito che, fin dalla nascita dell’America, la schiavitù è stata intessuta nella struttura della nazione e della Costituzione.

Ma, secondo alcuni, di questo ai futuri americani non bisogna dire nulla.

C. Alessandro Mauceri

22/12/2023 https://www.lospessore.com/

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