Usb, sciopero e cortei contro la riforma Madia della Pubblica Amministrazione. Appun­ta­mento al 28 giugno a Roma, manifestazione nazionale per un controsemestre di lotta. Per un’Altra Europa

Scio­pero gene­rale dell’Unione sin­da­cale di base con­tro la riforma della pub­bli­ca­zione ammi­ni­stra­zione pre­sen­tata dal governo Renzi. Ven­ti­quat­trore di asten­sione dal lavoro per i dipen­denti pub­blici di Agen­zie Fiscali, Enti Locali, Mini­steri, Para­stato (tra cui, Inps, Inail, Aci, Cri), Pre­si­denza del Con­si­glio, Ricerca, Scuola, Uni­ver­sità e ser­vizi pub­blici. La Sanità si è fer­mata dall’inizio del primo turno del giorno 19 alla fine dell’ultimo turno dello stesso giorno. Stop di 4 ore, dalle 10 alle 14 anche per il set­tore ope­ra­tivo dei Vigili del Fuoco, e dell’intera gior­nata per quelli ammi­ni­stra­tivo e informatico.

«Renzi e Madia pun­tano a tagliare su diritti e ser­vizi — afferma Daniela Men­ca­relli, dell’esecutivo nazio­nale Usb Pub­blico Impiego — e noi vogliamo rispon­dere con le mani­fe­sta­zioni odierne nelle piazze di tutte le Regioni ita­liane alle 30 mila mail sban­die­rate dal Governo come motivo per toc­care la pub­blica ammi­ni­stra­zione». «Non vogliamo un altro incon­tro, ma farci sen­tire con­tro intro­du­zione della mobi­lità obbli­ga­to­ria, deman­sio­na­mento, e soprat­tutto sul fatto che l’ultimo con­tratto è fermo al 2009 e rischia di non essere rin­no­vato fino al 2020».

L’Usb richiama il pro­blema della «sta­bi­liz­za­zione dei 250.000 pre­cari, ormai senza spe­ranza, per­ché per la Madia l’unica solu­zione è un con­corso anche per chi lavora nella Pa da 15 anni». Il vero scopo della «sem­pli­fi­ca­zione», ha aggiunto Men­ca­relli, «è eli­mi­nare ‘lacci e lac­ciuolì che in realtà vigi­lano sulle imprese. In que­sto Renzi sta pro­ce­dendo con l’accetta, un mano­vra­tore che vuole essere lasciato libero, senza ostacoli».

A Roma le magliette da Cali­mero per il mini­stro Madia

Par­tito poco dopo le 11 da piazza Bocca della Verità, il cor­teo dell’Usb Pub­blico Impiego diretto a piaz­zetta Vidoni, davanti al Mini­stero della Fun­zione Pub­blica, per lo scio­pero nazio­nale di 24 ore dei dipen­denti pub­blici. «Giù le mani dal lavoro e dai ser­vizi pub­blici» era lo stri­scione di aper­tura. Tra gli altri espo­sti: «La pre­ca­rietà non fa scuola — Assunt* tutt*, assunt* dav­vero», «Stop a tagli e licen­zia­menti — Inve­stiamo in salute e ser­vizi» e «I lavo­ra­tori hanno già dato — Ama pub­blica e tra­spa­rente». In piazza anche «I pre­cari di Casa Renzi», lavo­ra­tori della pre­si­denza del Con­si­glio in pre­si­dio venerdì scorso davanti a Mon­te­ci­to­rio. Tra la folla spic­cano le magliette dedi­cate al mini­stro Marianna Madia, raf­fi­gu­rata come Cali­mero sor­mon­tato dalla scritta: «Senza con­tratto… È un’ingiustizia però». Fumo­geni rossi sono stati accesi da alcuni mani­fe­stanti durante il pas­sag­gio sotto alla sca­li­nata del Cam­pi­do­glio, pre­si­diata dalle Forze dell’ordine.

A Milano in bici­cletta da Cadorna a Expo

I lavo­ra­tori, parte in bici­cletta e parte a piedi, hanno effet­tuato due tappe, nella sta­zione di Tre­nord a Cadorna, dove hanno momen­ta­nea­mente occu­pato alcuni binari scat­tan­dosi delle foto, e poi davanti all’Expo Gate, a Cai­roli, dove però non risulta siano entrati. «Dopo l’occupazione del Pirel­lone dello scorso 14 mag­gio era neces­sa­rio dare un altro segnale forte ai cit­ta­dini e alla poli­tica sui temi del sala­rio e dell’occupazione; e, a pro­po­sito di mobi­lità — spiega l’Usb al ter­mine della mani­fe­sta­zione in bici par­tita da piazza Duca d’Aosta -, abbiamo deciso di occu­pare i binari della Sta­zione Fer­ro­via­ria di Cadorna, bloc­cando la cir­co­la­zione dei treni per circa un’ora, per gri­dare forte il nostro basta anche alle pro­ce­dure di mobi­lità obbli­ga­to­ria per i lavo­ra­tori pub­blici, intro­dotte con la recente riforma della P.A. scritta dal Governo Renzi. Ormai i lavo­ra­tori pub­blici sono diven­tati il capro espia­to­rio, quelli che stanno pagando per tutti e più di tutti».

Appun­ta­mento al 28 giugno

In migliaia hanno sfi­lato anche a Bolo­gna e a Napoli. A Bari il sin­da­cato di base ha orga­niz­zato un «treno della pro­te­sta» che ha fatto un tour sim­bo­lico tra i «ruderi dello stato sociale». A Catan­zaro sono stati occu­pati gli uffici del dipar­ti­mento Con­trolli Ammi­ni­stra­tivi della Regione Cala­bria. Ci sono state altre mani­fe­sta­zioni da Vene­zia a Cagliari che hanno coin­volto vigili del fuoco, enti locali, mini­steri, fisco e scuola. «Una gior­nata di lotta — afferma l’Usb — che lan­cia un duro monito al governo Renzi e costrui­sce un ponte con la mobi­li­ta­zione del 28 giu­gno che aprirà il “Contro-semestre euro­peo”». Lo scio­pero si è oppo­sto ad una pub­blica ammi­ni­stra­zione «ridotta a spor­tello per le imprese» e ha riven­di­cato lo sblocco dei con­tratti pub­blici, inve­sti­menti nella P.A., il rilan­cio del Welfare.

 

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