Vaccini : tra obblighi, costrizione e scelte consapevoli
Qui sotto sono scaricabili le sue slides.
Introduzione di Marco Caldiroli
Il tema dei vaccini obbligatori è un nodo sensibile per diversi aspetti. Riguarda la efficacia e l’appropriatezza di un trattamento sanitario, il rapporto tra struttura sanitaria, medici di base e cittadini, il rispetto dei diritti (tanto più se minori di età). Il tema è oggi utilizzato per affermare un approccio assolutistico della medicina come unica salvezza, incontestabile e irraggiungibile dai “comuni mortali” ed in mano agli “specialisti”. Anche l’utilizzo e l’amplificazione di qualunque diceria disponibile sul web deviano la discussione dalla direzione corretta : la critica “allo stato di cose presente” esige rigore e costruzione di un sapere popolare scientifico che non si improvvisa ma richiede impegno, costanza e una mentalità aperta.
La discussione invece, anche per effetto della immotivata fretta del governo, si è incentrata su posizioni irrigidite e diametralmente opposte, solo queste hanno avuto l’onore della cronaca, semplificando e impoverendo la discussione.
Medicina Democratica ha affrontato e affronta questo tema da diversi punti di vista, anche nella nostra associazione vi sono posizioni diverse sulla utilità dei singoli vaccini e sulle politiche sanitarie connesse ma condividiamo un importante aspetto ovvero l’opposizione alla visione di sanità pubblica contenuta nelle recenti normative con cui si è passato da un “obbligo temperato” a forme costrittive ed escludenti.
La valutazione di questo tema non esaurisce la nostra azione, al contrario. Sui temi di politica sanitaria MD, è una delle realtà che nel 1978 hanno determinato la riforma sanitaria ovvero il passaggio da sistemi mutualistici (cui si vuole tornare oggi) a un sistema sanitario pubblico e universalistico, agisce a tutto campo.
Per limitarmi alle questioni più recenti vi segnalo la campagna che stiamo conducendo (v. volantino) contro le delibere regionali della Lombardia sulla assistenza sanitaria dei malati cronici. Provvedimenti che interessano 3.350.000 di persone per le quali i politici lombardi prevedono l’esautorazione del medico di base in favore di forme assistenziali privatizzata (o meglio, diciamo noi, commercializzata).
Sul tema la posizione dell’ordine dei medici è simile alla nostra e MD, unitamente ad alcune sigle sindacali dei medici di base, ha promosso un ricorso al TAR sulle delibere regionali.
Ai primi di novembre Milano ospiterà il G7 della salute all’interno del quale uno dei temi principali sarà la politica dei farmaci, MD assieme ad altre associazioni sta organizzando iniziative alternative di discussione per il 4 novembre.
Il nostro impegno sul tema dei vaccini va quindi contestualizzato nel nostro intervento complessivo sui temi del diritto alla salute, della prevenzione e della tutela delle persone nei luoghi di vita e di lavoro agendo sia sulla autoorganizzazione dei soggetti sociali (lavoratori, cittadini, pazienti) che sulla politica sanitaria nazionale e regionale.
Abbiamo condiviso con altre 25 associazioni un documento che trovate nell’ultimo numero della nostra rivista e di cui vi cito una delle conclusioni.
2. Pur con l’ovvia adesione al concetto di “vaccinazione”, riteniamo tuttavia che non abbia senso discutere di “vaccini”, come qualcosa da “prendere o lasciare” in blocco. Ogni vaccino ha un peculiare profilo di efficacia, effetti collaterali, costi e va dunque valutato in modo specifico. In un dibattito scientifico non si potrebbe né asserire che tutti i vaccini esistenti abbiano prove altrettanto solide di efficacia, sicurezza e favorevole rapporto rischi e costi/benefici, né tanto meno il contrario. Dovrebbe invece essere possibile esprimersi su ogni singolo vaccino e su ogni strategia vaccinale, come si fa per farmaci differenti, sia pure accomunati da meccanismi d’azione simili.
3. È assodato che molti vaccini hanno rappresentato per la salute dell’Umanità un passo avanti enorme. Sono presenti contestualmente:
A) molti vaccini con forti/fortissime prove di effetti positivi a livello individuale e/o di comunità di gran lunga superiori ai possibili effetti negativi e con profilo di costo- efficacia molto favorevole.
B) alcuni vaccini, o alcune strategie di implementazione, con importanti segnali di inappropriatezza se proposti a tutta la popolazione o in alcuni gruppi. (esempio vaccini per le diverse forme di meningococco)
La discussione non è andata in questa direzione come tutti sappiamo e come confermano alcune reazioni a questa stessa iniziativa. Il dibattito si è incagliato tra novax e provax “assoluti” diventando una gara alla contrapposizione fino all’insulto reciproco, perdendo il merito delle questioni ma facendone emergere alcune di importanza maggiore rispetto al singolo tema dei vaccini in quanto le sovrasta e le indirizza.
Il Dr. Burioni per sostenere la bontà “a prescindere” delle vaccinazioni è arrivato a sostenere che la scienza non è democratica. Questa idea di scienza (medicina inclusa) non la condividiamo a partire dal nome stesso della nostra associazione.
La scienza deve essere democratica ovvero l’indirizzo della ricerca scientifica e l’applicazione dei risultati deve essere sottoposto alle scelte che, democraticamente, la società esprime, quando serve anche limitando (non utilizzando) le conoscenze disponibili.
Un caso tipico è quello degli OGM nei confronti dei quali vi sono differenti posizioni e alcuni scienziati tacciano di oscurantismo le posizione contrarie in nome di presunti benefici per tutta l’umanità.
Queste persone ci chiedono di estendere le coltivazioni OGM in quanto possibili o di non provato danno, tra i diversi motivi di contrasto (tra i quali quello non secondario delle implicazioni economiche connesse quali la brevettazione del vivente da parte delle multinazionali, la distribuzione di pesticidi – come il glifosato, cancerogeno – unitamente ai semi, alla dipendenza dei produttori agricoli ogni anno alla disponibilità delle sementi industriali, al principio di precauzione) si può anche considerare uno che ci tocca da vicino. L’Italia è conosciuta nel mondo per la tradizione, la creatività e l’eccellenza della nostra offerta alimentare, questa si basa soprattutto sulle produzioni non industrializzate o poco industrializzate e alla cura del mondo agricolo. DOP, IGP, DOC, biologico sono sinonimi di eccellenza alimentare italiana. Andare verso gli OGM significherebbe cancellare tutto questo e uniformarsi a una produzione agricola industriale eterodiretta. Un chiara motivazione “non scientifica” per contrastare l’OGM nel nostro paese.
Nel campo di cui discutiamo la “scienza infusa” dei vaccini ha prodotto una prima proposta di estendere i vaccini obbligatori a 12 poi diventati 10, quale evento scientifico nella distanza di due/tre settimane (dal decreto legge alla legge) ha fatto “sparire” due vaccini considerati indispensabili fino a poco prima ?
Come mai nel provvedimento non sono stati previste vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari che spesso inconsapevolmente trasmettono da un paziente all’altro malattie per le quali sono disponibili vaccini ?
La risposta a quest’ultima domanda è stata : la mancanza di fondi; l’unica iniziativa in atto in Lombardia è una campagna per invitare – volontariamente – gli operatori a vaccinarsi.
Chi vi parla si occupa di sicurezza e igiene sul lavoro e il tema vaccini si abbina al rischio biologico connesso ad alcune attività lavorative, in primis il comparto della sanità ma anche altri in cui, per esempio, il tetano può rappresentare un rischio aggiuntivo in caso di infortunio.
La normativa sulla sicurezza sul lavoro previde, nel caso di riconosciuto rischio biologico, che all’esito della valutazione del rischio tra le iniziative per proteggere i lavoratori si prevedono anche “misure speciali di protezione, fra le quali: a) la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente;”. Questa iniziativa deve essere preceduta da un obbligo preciso (e sanzionato) Il medico competente fornisce ai lavoratori adeguate informazioni sul controllo sanitario cui sono sottoposti e sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell’attività che comporta rischio di esposizione a particolari agenti biologici individuati nell’ALLEGATO XLVI nonché sui vantaggi ed inconvenienti della vaccinazione e della non vaccinazione.” L’informazione è un passaggio fondamentale per qualunque politica sanitaria, non la si può saltare in nome di una scienza oggettiva, indiscutibile e autoritaria, pena uno scadimento della democrazia.
Nel caso di rischi di tetano connessi a un infortunio è pacifico che al lavoratore al pronto soccorso verrà proposto una antitetanica se non può, con certezza, documentare di non essere immune per recente vaccinazione, ma gli verrà chiesto il consenso a tale profilassi. Nessuno ha mai pensato ad una vaccinazione di massa dei lavoratori comunque soggetti a questo rischio.
Anche considerazioni del genere portano, tra le conclusioni del documento della Rete Sostenibilità e Salute, a considerazioni come quella che segue :
“avviare un serio dibattito all’interno della comunità scientifica sul tema dei vaccini, che consenta di superare contrapposizioni ideologiche e di presentare alla popolazione informazioni complete basate sulle migliori prove disponibili. Per ristabilire una relazione di fiducia tra comunità scientifica e cittadini è anche necessario che le informazioni fornite siano indipendenti da interessi commerciali.
Siamo convinti che si possa promuovere la salute, così come un’offerta vaccinale con altissima adesione, solo se la cittadinanza sarà informata in modo credibile e adeguato, e sarà attiva e consapevole.
4) collocare i vaccini nel più ampio contesto delle politiche di prevenzione. Dato che, a livello sistemico, le malattie infettive si manifestano per l’interazione tra un agente infettante, un ospite (e le sue difese) e un ambiente, la prevenzione dovrebbe intervenire sulle tre componenti. In quest’ottica bisognerebbe darsi priorità sia tra le vaccinazioni, sia nell’insieme degli interventi preventivi: non si possono usare “tutti i vaccini disponibili” e, nello stesso tempo, trascurare ad es. gli interventi sugli stili di vita con grande e documentata efficacia nel ridurre sia morbosità e mortalità per malattie infettive, sia malattie croniche e mortalità generale.
Prima di generalizzare ed estendere misure obbligatorie, generando uno stato di allarme collettivo, sarebbe opportuno (e corretta applicazione di un metodo scientifico) valutare i risultati comparativi tra Regioni che hanno o no vincolato la frequenza scolastica all’esecuzione di vaccinazioni, fatta salva la possibilità di considerare la reintroduzione dell’obbligo in realtà locali dove il monitoraggio mostrasse discesa dei tassi di copertura” a livelli considerati a rischio.
Un’ultima considerazione sulla vicenda di Dario Miedico, tra i fondatori, nel 1976 di MD. Dario è sottoposto a una procedura disciplinare da parte dell’Ordine dei Medici di Milano ed il provvedimento che intendono applicare è la radiazione dall’ordine, non è attualmente radiato, in questo periodo si sta preparando un ricorso contro tale provvedimento e quindi il procedimento non è ancora concluso.
Fatta questa precisazione non posso evitare di richiamare casi in cui, a fronte di gravi violazioni del codice deontologico dei medici, nulla è avvenuto.
Il Dr Brega Massone – per citare un caso eclatante – condannato in appello all’ergastolo per le operazioni chirurgiche inutili e dannose, con diversi casi accertati di morte, presso la clinica privata Santa Rita, attualmente è iscritto all’Ordine dei Medici di Milano, nessuno ha mai pensato neppure di sospenderlo nonostante la vicenda giudiziaria. Segnalo che nel processo sono parti civili sia Medicina Democratica che l’ordine dei medici di Milano.
Analogamente il Dr De Lorenzo, ex ministro della sanità corrotto e corruttore condannato con sentenze definitive, è tuttora un medico, nessuno ha mai pensato di sospenderlo o radiarlo.
MD è parte civile contro il sedicente Dr Vannoni (caso stamina) per i danni causati dalle cure illusorie e infondate che ha propalato e sulle quali si era sviluppato anche un importante movimento popolare di sostegno. L’ordine dei medici non è parte civile in quel processo.
MD non sostiene fole antiscientifiche ma critica politiche sanitarie pubbliche non convincenti e non rispettose dei diritti dei cittadini.
Vi è una palese sproporzione – che non ha nulla di “scientifico” – nell’assenza di azione dell’ordine dei medici per fatti e colpe ben più gravi – almeno a mio avviso – rispetto a quelle imputate al Dr. Miedico.
Detto questo voglio solo evidenziarvi che MD e il Dr. Miedico, ogni volta che è stato possibile, organizzano momenti informativi su temi così scottanti in modo che gli interessati possano sentire tutte le “campane” proprio perché se critichiamo ogni forma di posizione assolutistica confidiamo e vogliamo promuovere lo spirito critico e la crescita dei singoli e della società e non fare propaganda.
In tal senso – poi Dario vi dirà i particolari – avremmo voluto che questo momento a Parabiago fosse analogo a quello svoltosi a Castano Primo il 26 luglio scorso. L’iniziativa prevista per il 23 prossimo avrebbe potuto essere unificata e permettervi di sentire nello stesso momento la posizione del Dr. Miedico e del Dr Viganò.
Questo è quello che era nelle intenzioni quando Lions e Comune hanno invitato Dario Miedico per una iniziativa nella serata odierna. Non c’è nessuna primogenitura.
Personalmente vi invito a fare uno sforzo e ad andare anche alla iniziativa del 23 per poter sentire opinioni diverse e poter valutarne la reale distanza, sarebbe comunque positivo per superare ogni contrapposizione falsata e che nega a priori il confronto. Per quanto ci concerne non smetteremo di contrastare non le vaccinazioni in sé ma normative errate dalle quali emerge una idea di politica sanitaria autoritaria e – a nostro avviso – in contrasto con i principi costituzionali.
17/10/2017 www.medicinademocratica.org
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