Valutazione di impatto ambientale, Ilva di Taranto, PFAS, clima e salute
Come sempre, i temi sono molti e variegati, verrebbe voglia di segnalarli tutti uno a uno, ma per questo c’è l’indice. Qui vi suggeriamo di guardare la fotografia scattata al profilo demografico, formativo e occupazionale dei soci e delle socie dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, e di non perdervi il nuovo supplemento dedicato alla salute della popolazione immigrata in Italia. Buona lettura!
E&P 2024, 48 (4-5) luglio-ottobre
In questo numero troverete molti spunti interessanti. Partendo dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea sul caso Ilva di Taranto, analizzata con chiarezza da Fabrizio Bianchi, io e Lucia Bisceglia, nel nostro editoriale, esortiamo l’epidemiologia italiana a dare maggiore attenzione all’insegnamento dei metodi di valutazione dell’impatto sulla salute (health impact assessment) e alle loro applicazioni. Questo strumento risulta particolarmente prezioso quando il legame di causalità tra esposizione ed effetti sanitari è già ben consolidato. L’editoriale è stato redatto mentre eravamo profondamente colpiti dalla decisione della Corte d’Appello di Taranto, che ha annullato le conclusioni del processo “Ambiente Svenduto”. Tutto da rifare.
L’articolo di attualità di Eleonora Dallagiacoma, insieme alla scheda redazionale sulla Nature Restoration Law approvata a giugno dall’UE, ci riporta al tema del cambiamento climatico, sottolineando l’importanza di riconoscere l’impatto ambientale sulla salute umana e di promuovere ecosistemi sani per garantire il diritto alla salute. In questo contesto, Paola Michelozzi e colleghe pongono una domanda provocatoria: «Siamo disposti a cambiare la nostra dieta per il clima?». Un interrogativo che tocca non solo le abitudini personali e familiari, ma anche il sistema di gestione del mercato alimentare. Gli effetti benefici per la salute individuale e del pianeta di una dieta sostenibile (meno carne rossa e cibi processati, più legumi, frutta e verdura) sono ben noti da anni e riassunti nel loro editoriale. La vera sfida, però, sta nel trasformare l’intero sistema alimentare, fatto di produzione, mercati globali e grandi aziende. A questa sfida devono rispondere non solo i governi e le organizzazioni internazionali, ma anche i cittadini.
Molto interessanti sono i contributi di Maria Chiara Giorgi sulla crisi del Servizio Sanitario Nazionale, presentati nel resoconto del Laboratorio su salute e sanità (Laboss). Questi offrono ulteriori riflessioni su come misurare l’impatto della crisi sulla salute della popolazione, con particolare attenzione alle disuguaglianze sociali. In questo contesto, il lavoro di David Consolazio e colleghi sulle disuguaglianze di salute a Milano è fondamentale: attraverso metodi innovativi, gli autori esplorano la complessa relazione tra indicatori sociali e mortalità/morbosità per varie patologie. I risultati ottenuti suggeriscono la necessità di interventi mirati per ridurre tali disuguaglianze e di strategie di salute pubblica adeguate, sfidando governi locali e nazionali a prendere provvedimenti.
Molti altri contributi meritano attenzione. Fra questi, Silvia Visonà e colleghi e Michela Ponzio e colleghi riportano esperienze che sottolineano l’importanza e la necessità dei registri di patologia. Armando Olivieri e colleghi continuano la discussione – iniziata sullo scorso numero di E&P – riguardo all’impatto che i PFAS assunti per via alimentare hanno sulla genesi di patologie cardiovascolari.
Interessante per i membri della nostra associazione, l’analisi che i membri degli ultimi due Direttivi AIE fanno riguardo al profilo dei soci e delle socie, sia a livello quantitativo sia a livello qualitativo.
Da non perdere, il supplemento allegato a questo numero, curato da Achille Cernigliaro, che presenta i risultati di un progetto CCM nato durante l’emergenza COVID-19 che analizza la condizione delle popolazioni immigrate e migranti in Italia, suggerendo strategie d’intervento nel caso di una nuova emergenza sanitaria per poter ridurre le disuguaglianze di salute in gruppi di popolazione più svantaggiati.
Buona lettura!
Francesco Forastiere
25/10/2024 https://epiprev.it
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