Venezuela, Elezioni presidenziali 2024: USA e UE vogliono la candidatura della golpista Marina Machado

Ad ottobre 2023 la destra venezuelana ha tenuto le famose “primarie” per eleggere il nuovo leader in vista delle attese elezioni presidenziali del 2024. Fra i dieci candidati è stata eletta Maria Corina Machado, un’ingegnera di 56 anni fondatrice e leader del partito Vente Venezuela. Sarebbe colei che dovrebbe affrontare il Grande Polo Patriottico a matrice chavista, ma ufficialmente Machado non può candidarsi alle presidenziali, dato che non può ricoprire cariche pubbliche. In Venezuela, secondo la legge anti-corruzione introdotta da Chavez, i funzionari pubblici giudicati colpevoli di corruzione vengono condannati all’interdizione dai pubblici uffici per 15 anni, non potendo dunque concorrere a cariche pubbliche e politiche. Si autodefinisce da sempre una “liberale centrista profondamente anticomunista”, ma in passato ha sostenuto pubblicamente la destituzione di Maduro a tutti i costi, anche attraverso “processi non democratici”. Nel 2014 scrisse all’ex ambasciatore all’Onu Diego Arria, esponente del cartello di opposizione Mesa de la Unidad Democratica (Mud), riferendosi a Maduro: “Bisogna eliminare questa porcheria, cominciando dalla testa, approfittando del clima mondiale con l’Ucraina e ora con la Thailandia. Prima si fa, meglio è”.

Ancora più espliciti i messaggi rivolti da Machado ai nazisti del gruppo Juventud Activa Venezuela Unida (Javu), finanziati da Henrique Salas Romer, economista, fondatore del partito Proyecto Venezuela ed ex governatore dello stato Carabobo: “La lobby internazionale è nel suo miglior momento”, incitando alle violenze di piazza. Infatti, questa signora dell’estrema destra venezuelana è stata fautrice di innumerevoli piani golpisti e destabilizzanti contro il governo socialista bolivariano sia con Chavez, quando Machado dirigeva l’ONG Sumate, finanziata dagli USA; sia con Maduro, essendo ispiratrice delle guarimbas del 2014, episodi di violenza politica scatenata dall’opposizione venezuelana e da movimenti paramilitari d’estrema destra sia contro la popolazione sia contro i militanti e le militanti chaviste.

Per tale motivo si è meritata negli anni l’epiteto di “Maria Violenza” oltre al soprannome che le hanno affidato i suoi sostenitori: la dama de acero, “signora d’acciaio”. Nel 2014, le è stata tolta l’immunità parlamentare per aver accettato di essere la “rappresentante alterna” di Panama all’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Il suo nome è legato anche alle guarimbas del 2017, dove gruppi fascisti venezuelani bruciarono i Centri diagnostici integrati gestiti dai medici cubani. Inoltre nel 2019 ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione del “governo parallelo”, avallato da istituzioni artificiali costruite ad hoc, che avrebbe portato all’ “autoproclamazione” del golpista Juan Guaidó: il tutto permesso grazie all’espulsione del Venezuela dagli organismi multilaterali in seguito alla morte di Chavez. Questa è la vera motivazione dell’impossibilità a candidarsi. Il suo nome è inoltre correlato al tentativo di sabotare il referendum popolare per la sovranità sull’Essequibo oltre alle relazioni dei suoi ex-collaboratori con ExxoMobil che ha accelerato la disputa tra Venezuela e Guyana stabilendo operazioni di esplorazione e sfruttamento petrolifero nel mare territoriale della Guyana Esequiba.

La Corte Suprema del Venezuela, il 26 gennaio 2024, ha confermato l’interdizione a ricoprire cariche pubbliche per 15 anni per la Machado, confermando l’ineleggibilità anche del supplente della Machado, il due volte candidato alle presidenziali Henrique Capriles. La Corte Suprema ha ridichiarato che la Machado è stata interdetta “per essere stata coinvolta… nel complotto di corruzione orchestrato” dall’ex leader dell’opposizione Juan Guaido (fautore del tentato golpe del 2019) legato alla compagnia energetica transnazionale ExxonMobil. Machado ha definito la sentenza “grottesca” e non ha mostrato alcun segno di voler abbandonare la corsa.

Il 29 gennaio 2024, la stessa Machado ha dichiarato che, nonostante la conferma della sua ineleggibilità per 15 anni, andrà avanti sottolineando che “i venezuelani hanno votato per me per sconfiggere (il presidente) Nicolás Maduro, e questo loro lo sanno”. “La gente ha deciso così – ha ancora detto – e noi andremo avanti fino alla fine, perché è una lotta spirituale, e il bene trionfa sempre sul male. È ovvio che faranno di tutto per impedire la mia candidatura”, ma Maduro deve sapere che “non sarà lui a scegliere il candidato del popolo, perché già lo ha scelto, e basta”. Parole retoriche in quanto non è la prima volta che la destra venezuelana abbaia e il popolo non la segue, come nelle presidenziali del 2018.

Ovviamente non si sono fatte attendere le reazioni di USA ed Unione Europea. Qualche ora dopo, infatti, il Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato il ripristino di alcune sanzioni contro il Venezuela e il suo settore minerario. Secondo una dichiarazione dell’Office of Foreign Assets Control del Tesoro USA, le società statunitensi che hanno contratti in corso con la Minerven, impresa mineraria di proprietà dello Stato venezuelano, hanno tempo fino al 13 febbraio per completare la “chiusura delle transazioni” con l’azienda. Il presidente del Comitato per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti, Ben Cardin, si è detto “profondamente deluso” dalla sentenza del tribunale venezuelano ed ha affermato: “Poiché l’assurda esclusione della Machado viola chiaramente l’Accordo di Barbados, gli Stati Uniti devono reimporre le relative sanzioni fino a quando non saranno garantite elezioni pulite”.

Anche l’Unione Europea, lo stesso giorno, ha dichiarato in un comunicato ufficiale di essere “molto preoccupata” per l’esclusione di Machado e Capriles. “Le decisioni volte a impedire ai membri dell’opposizione di esercitare i loro diritti politici fondamentali non possono che minare la democrazia e lo Stato di diritto” – ha dichiarato, sollecitando l’Accordo di Barbados.

Le reazioni isteriche di USA e UE dimostrano ancora una volta che Machado è stata ed è tutt’ora la galoppina di USA e UE, i quali corrono in aiuto in modo ostinato a difendere l’indifendibile – i crimini della Machado – pur di avere la loro candidata presente. L’Occidente vorrebbe far passare i suoi casi di corruzione in secondo luogo piuttosto di farla candidare. Da anni Machado propone, per affrontare la profonda crisi economica venezuelana, di privatizzare la compagnia petrolifera statale PDVSA e l’azienda siderurgica Sidor ed ottenere finanziamenti da enti internazionali come la Banca Mondiale per far ripartire l’economia: proposte che all’Occidente imperialista a trazione atlantista fanno molta gola. Infatti l’Occidente è già pronto a mettere mani sulla tornata elettorale venezuelana, a costo di influenzarla in ogni modo.

Il 9 febbraio il Parlamento Europeo ha ribadito – in una risoluzione approvata con 446 voti favorevoli, 21 contrari e 32 astensioni – che non riconoscerà il risultato delle elezioni presidenziali venezuelane se il governo di Nicolas Maduro non consentirà la partecipazione alle consultazioni della principale candidata dell’opposizione, María Corina Machado. Si tratta di un’evidente interferenza esterna dell’Europa negli affari venezuelani, aggravata dal fatto che gli eurodeputati hanno sottolineato come la decisione della Corte Suprema del Venezuela (Tsj) di squalificare Machado sia “priva di fondamento giuridico”.

Che potere ha l’UE di decidere cosa è giuridicamente fondato in un Paese su coi non ha alcuna legittimità di decidere? Come si permette l’UE di interferire in un sistema giuridico estero stabilendo cosa è giusto condannare e cosa non lo è? Sono proprio gli USA e l’UE che, pur di avere una propria candidata, scelgono di sostenere una responsabile di morti civili durante un tentato golpe? È lo stesso Occidente che parla di “democrazia” a sostenere personaggi come Machado e Capriles che in vent’anni hanno cercato di prendere il potere con strumenti illegali e violenti

https://ilmanifesto.it/caracas-la-corsa-di-machado-deputata-di-opposizione

https://rivistapaginauno.it/venezuela-la-destra-clerico-liberista-anti-maduro/
https://www.farodiroma.it/venezuela-maria-corina-machado-e-la-liberta-che-piace-ai-chicago-boys-di-g-colotti/

Lorenzo Poli

Redazione del mensile Lavoro e Salute

10 febbraio 2024

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