Venezuela: Uno sguardo settimanale

Il focus della comunicazione, in questi giorni, è orientato verso il piano diplomatico, fondamentalmente sulle Nazioni Unite, dove la partecipazione alla settantacinquesima Assemblea Annuale è tornata a scaldare il dibattito politico interno. Per quanto concerne le elezioni, osserviamo un rallentamento dell’attività pubblica, pertanto presenteremo solo un commento. Quanto alla situazione relativa al Covid, ci sono buone notizie: cala il ritmo dei contagi, ma aumenta lievemente il tasso di mortalità.

L’ONU come scenario in disputa.

Tutti i forum mondiali, in tempi di pandemia, si sono esteticamente riconfigurati, non vi si partecipa più in presenza e le intense dinamiche bilaterali o multilaterali che precedevano o seguivano gli incontri non sono più visibili; l’Assemblea Annuale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite non fa eccezione, si è svolta telematicamente e, nella sede di New York erano presenti solo i rappresentanti diplomatici accreditati.

Nella maggior parte dei Paesi, l’intervento dei loro presidenti all’Assemblea Annuale non ha avuto grande rilevanza mediatica; in Venezuela, al contrario, è stato fonte di polemiche, a causa del comportamento dell’opposizione al governo in carica. Il Presidente Nicolás Maduro ha partecipato all’Assemblea delle Nazioni Unite, come previsto dal programma ufficiale. 

Nel suo intervento, il Presidente Maduro, tra l’altro, ha fatto appello per una maggiore cooperazione, specialmente tra i popoli del Sud, oltre a denunciare le aggressioni contro il nostro Paese e contro Cuba; infine ha proposto la creazione di un Fondo Rotatorio di Acquisti Pubblici, coordinato dalle Nazioni Uniti, che garantisca l’accesso ad acquisti di alimenti e prodotti sanitari in mercati che hanno proibito le operazioni commerciali con il Venezuela a causa delle  misure coercitive unilaterali implementate dal governo degli Stati Uniti d’America.

Poco tempo dopo, l’oppositore Juan Guaido si è presentato su una piattaforma privata per riunioni con il proposito di trasmettere un messaggio a delegazioni di governi che lo riconoscono come presidente a interim, nell’ambito dell’Assemblea Annuale delle Nazioni Unite; come noto, questi governi sono una sessantina e la maggior parte di questi continua a mantenere relazioni diplomatiche ufficiali con la Repubblica Bolivariana del Venezuela come, per esempio, lo Stato spagnolo che, secondo notizie di stampa, ha partecipato ad attività dell’opposizione, però ha coordinato con la cancelleria venezuelana diversi voli per rimpatriare cittadini venezuelani e continua a mantenere relazioni consolari e diplomatiche regolari con il Venezuela.

Cosa ha detto Guaido? Nulla di nuovo, al contrario, ha ribadito l’appello a incrementare la pressione internazionale per forzare l’abbandono della presidenza da parte di Nicolás Maduro nell’ambio di ciò che ha chiamato “la responsabilità di proteggere” i Venezuelani e le Venezuelane in capo alla comunità internazionale; in altre parole, ha nuovamente compromesso la sovranità nazionale e il benessere della popolazione.

Imprese e mezzi di comunicazione che adottano una linea  informativa associata all’opposizione venezuelana hanno iniziato a generare una matrice comunicativa che vorrebbe dare conto di un Pase bicefalo, vale a dire che sia Maduro, sia Guaido, si sarebbero rivolti all’Assemblea delle Nazioni Unite, il che è assolutamente falso; si è trattato di uno stratagemma comunicativo che tenta di rianimare una leadership comunicativa fallita e in via di sostituzione.

È la seconda occasione, in questo mese, nella quale nel seno dell’ONU si accende un’intensa polemica, la prima è stata a causa della presentazione del rapporto di una commissione denominata “Missione di accertamento dei fatti per il Venezuela sulle violazioni di diritti umani dal 2014”; tale commissione espone pubblicamente una versione preliminare del suo documento senza avere visitato il Paese e senza avere stabilito contatti con lo Stato venezuelano, nella quale presenta una serie di fatti sui quali stabilisce delle speculazioni, compromettendo l’effettiva difesa dei diritti umani.

Un commento sulle elezioni.

In tutte le edizioni precedenti del presente bollettino ci siamo caratterizzati per presentare un resoconto basato sui fatti, in modo da non forzare la narrazione in uno scenario nel quale i fatti sono pochi; è questo il caso del tema elettorale negli ultimi giorni, pertanto possiamo fare solo un breve commento.

Il Consiglio Elettorale Nazionale pubblicherà nei prossimi giorni la lista di candidate e candidati di ogni organizzazione politica; a oggi sono parzialmente note le liste del Gran Polo Patriótico, nelle quali il Partido Socialista Unido de Venezuela è la forza determinante e quelle della Alternativa Popular Revolucionaria, che a sua volta si definisce chavista, con alla testa il Partido Comunista de Venezuela ma con candidati propri.  A rimanere per ora un mistero sono le liste delle organizzazioni politiche che si oppongono alla rivoluzione bolivariana che hanno deciso di partecipare alle elezioni parlamentari; si sa solo che le candidature sono frutto di un intenso dibattito e, tra l’altro, tengono conto delle possibili reazioni del governo statunitense, il quale ha già iniziato a dettare misure coercitive contro alcuni dei leader delle trattative.

Rallentamento dei contagi da Covid-19.

Abbiamo iniziato la settimana di quarantena radicale con una stabilizzazione del numero quotidiano e settimanale di casi che, secondo i portavoce ufficiali, può essere interpretata come un rallentamento nella crescita della curva dei contagi. Sabato scorso le fonti ufficiali hanno comunicato che sono stati diagnosticati 71.940 casi di Covid-19, dei quali l’86% sono guariti, mentre i decessi salgono a 600, il che significa un aumento considerevole rispetto alla settimana precedente, quando ne erano stati contati 539.

I dati presentati nel “Rapporto Statistico Covid 19” del Centro Venezuelano di Studi sulla Cina datato 26 settembre confermano le dichiarazioni ufficiali e, in particolare, riferiscono che i casi individuati in agosto sono 28.154, mentre in settembre siamo a 23.678, il che consente di prevedere che il mese si chiuderà con un numero uguale o inferiore di casi. Rispetto alla regione, il Venezuela continua a essere all’ottavo posto, tuttavia si nota una crescita della quota percentuale nel numero totale di casi diagnosticati (0,91%) e di decessi (0,24%), mentre anche il tasso di guarigione sale all’84,86%, leggermente al di sotto del dato regionale (85,05%).

Jesús A. Rondón

Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri

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