Venezuela: uno sguardo settimanale
L’aumento dei contagi di Covid-19 nel nostro Paese non si ferma e, a fronte di questo, il governo bolivariano continua ad affinare la strategia di contenimento. In questa nota presenteremo alcuni elementi che spiegano questa situazione, affronteremo alcuni aspetti sui salari dei lavoratori e delle lavoratrici in Venezuela e forniremo notizie sul processo in corso per le elezioni parlamentari.
L’avanzata del Covid-19.
Nella settimana che si conclude, il governo bolivariano ha valutato di flessibilizzare la quarantena in metà degli Stati del Paese (province), dove l’indice di contagio al momento è basso; la flessibilizzazione è prevista in due modalità che, fondamentalmente, differiscono per il numero di attività economiche che possono essere attivate (tra 10 e 24). A metà settimana, il governo bolivariano ha annullato le misure di flessibilizzazione nella capitale della Repubblica, perché si è constatato un aumento di casi diagnosticati nella zona; questo ha comportato l’istituzione di limitazioni di spostamento tra alcuni settori, allo scopo di contenere la diffusione del virus.
Diversi portavoce del governo venezuelano hanno attribuito la crescita del numero di casi di Covid-19 a Venezuelani e Venezuelane provenienti dall’estero che evadono i controlli alle frontiere, circolando quindi nel Paese senza una valutazione medica del loro stato di salute; hanno affermato che queste persone passano irregolarmente la frontiera grazie a mafie che trafficano persone e che le autorità hanno intrapreso operazioni per disarticolarle e porne i membri a disposizione della giustizia venezuelana. Le frontiere venezuelane si estendono per migliaia di chilometri e sono storicamente permeabili, il che rende complesso controllarle efficacemente.
Mentre molti Paesi hanno mantenuto inflessibile la chiusura delle frontiere, anche per i loro cittadini, il governo venezuelano ha implementato meccanismi di accoglienza dei migranti venezuelani che, a causa delle precarie condizioni nei Paesi dove si erano trasferiti (fondamentalmente Brasile, Ecuador, Colombia e Perù), decidono di tornare in Venezuela. Coloro che desiderano ritornare nel Paese dispongono di una finestra quotidiana di sei ore e devono farlo attraverso i Punti di Assistenza Sanitaria Internazionale (PASI), dove una équipe medica esegue una valutazione preliminare e, in seguito, decide il trattamento adeguato; coloro che risultano negativi ai test e positivi asintomatici sono trasferiti nelle loro città di origine, dove devono rispettare un periodo di isolamento di quindici giorni, in luoghi come gli hotel, prima di reinserirsi nelle loro comunità. Quanto alle cifre, nella settimana dal 12 al 18 luglio, sono stati registrati 2.305 casi, portando il totale a 11.483. Inoltre, si sono registrati 25 decessi associati al virus, il che porta a un totale di 110.
Al 17 del mese corrente, la Commissione Presidenziale contro il Covid-19 ha presentato informazioni dettagliate dalle quali evidenziamo che sono stati realizzati 1.420.066 test, il che significa un tasso di 47.336 test per milione di abitanti, uno dei più elevati della regione. Inoltre, sono stati accolti presso i Punti di Assistenza Sanitaria Internazionale (PASI) 70.321 migranti venezuelani, dei quali 4.495 sono risultati positivi. Infine, si hanno 7.232 casi attivi, dei quali 6.571 sono asintomatici e solo 20 sono ricoverati in terapia intensiva.
Nell’edizione scorsa riportavamo che diversi dirigenti di alto profilo della rivoluzione bolivariana sono risultati positivi ai test sul Covid-19; hanno inviato messaggi sulle reti sociali comunicando che le loro condizioni sono stabili e che stanno osservando la quarantena. Questa settimana sono stati comunicati nuovi contagi tra dirigenti di livello inferiore.
Sui salari dei lavoratori e delle lavoratrici in Venezuela.
Nello scenario economico venezuelano, uno degli aspetti rilevanti è quello relativo ai salari delle persone che lavorano, i quali sono rimasti indietro a causa dell’inflazione indotta dalla manipolazione del tasso di cambio non ufficiale, che è quello utilizzato per le transazioni quotidiane. Secondo i dati forniti dall’economista Pascualina Cursio “Da agosto 2018 a maggio 2020 il tasso di cambio è stato manipolato del 326.237%”, il che ha generato, nello stesso periodo, un tasso di inflazione del 716.308% (dati del Banco Central de Venezuela). In base alla stessa fonte, Cursio determina che nel periodo in oggetto il salario minimo è aumentato del 22.122%; dunque troviamo una differenza tra la crescita dell’inflazione e quella del salario minimo del 694.186%. Cursio afferma che dal 2018 il salario reale ha perso il 97% del suo valore.
È importante distinguere tra i salari nell’impresa privata e quelli nell’amministrazione pubblica: nella prima, gli imprenditori hanno corrisposto i salari in moneta straniera per conservare un minimo di personale e questo fa sì che, in questo momento, risulti più attrattivo lavorare nel settore privato.
Il governo bolivariano, oltre a decretare regolarmente aumenti del salario minimo, sviluppa un meccanismo di sussidio diretto a lavoratori e lavoratrici e a soggetti bisognosi di particolare protezione (tra gli altri, pensionati, donne incinte, capifamiglia e disabili), attraverso la Plataforma Patria. L’ammontare dei sussidi mensili può raddoppiare o triplicare l’attuale salario minimo, che è di 400.000 bolivares (poco meno di 3 dollari USA) e si aggiunge all’assegnazione di alimentari attraverso i Consejos Locales de Alimentación y Producción (CLAP). Esiste, inoltre, un insieme di servizi parzialmente gratuiti come istruzione e salute o totalmente gratuiti come elettricità e acqua, anche se attualmente la disponibilità di questi ultimi è intermittente.
La somma dei salari e dei meccanismi di sussidio governativi è insufficiente affinché le famiglie lavoratrici acquisiscano i beni necessari al loro sostentamento, pertanto vi chiederete come integrino le loro entrate; identifico almeno due meccanismi chiave: il primo è che molti lavoratori ricorrono al commercio occasionale, vendendo prodotti nuovi o usati di prima necessità o voluttuari e il secondo è rappresentato, per un importante numero di famiglie, dalle rimesse di parenti all’estero, che oggi però sono compromesse dalla contrazione economica globale provocata dalla pandemia di Covid-19.
Essendo questo un tema complesso, che richiede un’ampia trattazione, mi propongo di presentare ulteriori considerazioni nella prossima nota settimanale.
Il percorso verso le elezioni parlamentari.
A questo proposito possiamo riportare che lunedì scorso il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha istituito, a livello nazionale, 551 punti di iscrizione alle liste elettorali, dove Venezuelani e Venezuelane possono aggiornare i loro dati e chi ha compiuto 18 anni può procedere alla prima registrazione; è opportuno ricordare che l’iscrizione alle liste elettorali in Venezuela è volontaria e che prima di ogni votazione si apre un periodo che consente a cittadini e cittadine di svolgere questa pratica.
L’organismo elettorale venezuelano ha anche annunciato l’istituzione del Comitato Logistico Nazionale per valutare i processi elettorali di dicembre, pertanto questi due fatti si aggiungono all’insieme di azioni che pongono le basi per le prossime elezioni.
Brevi di politica internazionale:
– Un recente rapporto delle Nazioni Unite rivela che il Venezuela è il quarto Paese, a livello globale, per sequestri di stupefacenti; si tratta di un dato importante, poiché il governo degli Stati Uniti d’America ha condotto una campagna globale, senza alcun fondamento, per trasmettere e legittimare l’immagine di narcostato riferendosi al nostro Paese.
– Diverse organizzazioni sociali e personalità di tutto il mondo si sono pronunciate contro la Risoluzione 2019/295 (RSP), intitolata “Situazione umanitaria in Venezuela e la crisi migratoria e dei rifugiati”, approvata lo scorso 10 luglio dal Parlamento Europeo; chiedono la non ingerenza, il rispetto della sovranità del Venezuela e della sua autodeterminazione come popolo.
Jesús A. Rondón
Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri
12-18/7/2020
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