Venezuela: Uno sguardo settimanale
La realtà venezuelana continua a essere dinamica e con un ritmo che pare incrementarsi, anche se chi aspettiamo un rallentamento per la settimana in corso, dovuto ai due giorni festivi per il carnevale (lunedì e martedì) che, quest’anno, si festeggerà nel rispetto delle restrizioni per la prevenzione del Covid-19. Inizio da qui, poiché la stesura della nota settimanale, questa volta, ha richiesto un maggiore impegno quanto a sintesi e selezione degli eventi principali per presentare un panorama esaustivo e, contemporaneamente, inserire elementi che contribuiscano alla sua interpretazione. Detto questo, al lavoro!
Le due notizie più rilevanti della settimana appena trascorsa riguardano temi diversi: la prima, di portata globale, è che la relatrice speciale delle Nazioni Unite (ONU), Alena Douhan, ha presentato un rapporto preliminare dopo una permanenza di dodici giorni nel Paese; la seconda, di carattere nazionale, riguarda la salute ed è che sabato scorso sono arrivate le prime centomila dosi di vaccino Sputnik V, di fabbricazione russa. Vi sono anche notizie relative alla mobilità dei Venezuelani e delle Venezuelane nella regione e al suo impatto sulle relazioni diplomatiche sudamericane, sull’intensa dinamica parlamentare e sulle nuove misure nella gestione della pandemia di Covid-19.
Cosa significa il rapporto della Relatrice Speciale dell’ONU?
Il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, su iniziativa del Movimento dei Paesi non Allineati, che riunisce più di 120 Stati, ha dato mandato al Relatore speciale di documentare le ripercussioni negative sul popolo venezuelano delle misure coercitive unilaterali imposte dal governo statunitense e dai suoi alleati. La relatrice speciale dell’ONU Alena Douhan è giunta in Venezuela lo scorso primo febbraio e, dal suo arrivo, ha avuto incontri con diversi attori politici di tutte le tendenze, attori istituzionali e sociali, concludendo con una riunione con il presidente Nicolás Maduro.
Venerdì scorso, la relatrice speciale ha presentato il suo rapporto preliminare nel nostro Paese e a settembre presenterà la versione completa al Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU. Nel rapporto, di sedici pagine, si sostiene che “Misure coercitive hanno bloccato lo sviluppo del Paese, perché hanno colpito l’economia”. Inoltre, “sottolinea l’inammissibilità dell’applicazione di sanzioni in forma extraterritoriale ed esorta il Governo degli Stati Uniti a mettere fine all’emergenza nazionale rispetto al Venezuela, a riesaminare ed eliminare le sanzioni settoriali contro il settore pubblico del Venezuela, a riesaminare ed eliminare le sanzioni secondarie contro Stati terzi e ad astenersi dall’imporre sanzioni alle forniture di gasolio che provocherebbero una crisi umanitaria di proporzioni senza precedenti”.
Che rilevanza hanno la visita della Relatrice Speciale e l’esposizione del suo rapporto? Sono importanti, nel senso che le Nazioni Unite sono sempre state un campo di disputa che, mediante la dinamica diplomatica, ha portato a rapporti dio forza convenienti a certi interessi; nel caso venezuelano, non sono poche le occasioni nelle quali si è tentato di accusare e criminalizzare il governo bolivariano e, con ciò, cercare di giustificare un’azione di intervento che colpirebbe la sovranità venezuelana. Oggi abbiamo un’altra voce, che mette in evidenza i governi che promuovono le misure coercitive unilaterali e le conseguenze che queste hanno per noi che viviamo in Venezuela. Attendiamo ora il rapporto completo che sarà presentato a settembre nella plenaria del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU.
È utile sottolineare che questo rapporto è stato presentato dopo che l’Ufficio per la Responsabilità Governativa (un organismo di controllo del governo degli Stati Uniti) ha diffuso un documento nel quale si ammette che le “sanzioni” di Washington contro il Venezuela hanno contribuito ad aggravare il deterioramento dell’economia del Paese sudamericano e hanno creato ostacoli al personale umanitario; nel rapporto dell’agenzia si afferma che l’economia venezuelana si è contratta “costantemente” per quasi un decennio, ma è crollata “bruscamente” con l’inizio delle misure punitive di Washington nel 2015 e, soprattutto, a partire dal 2019.
Migrazione e diplomazia regionale
Il presidente della Colombia Duque ha comunicato che il suo governo ha iniziato la regolarizzazione di migranti venezuelani, concedendo uno status di protezione temporanea per dieci anni, il che è stato apprezzato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi e da Josep Borrell, cancelliere dell’Unione Europea; in questo quadro, è stato annunciato che i Venezuelani e le Venezuelane che si regolarizzeranno saranno vaccinati. Questa misura è guardata con sospetto, poiché sia il precedente governo colombiano, sia quello attuale, hanno strumentalizzato la situazione dei migranti venezuelani per ottenere profitto politico o economico, trasformandoli in moneta di scambio: cosa si aspettano di guadagnare ora?
In seguito, prima che la settimana finisse, lo stesso Iván Duque annuncia la creazione di un “Comando contro il Narcotraffico e le Minacce Transnazionali”, il cui scopo è perseguire e catturare leader delle guerriglie disciolte e narcotrafficanti che, secondo lui, hanno trovato rifugio in Venezuela: un’iniziativa con tutta evidenza provocatoria e di ingerenza.
Nel frattempo il governo venezuelano, per bocca del presidente Maduro, denunciava la complicità del governo del Regno di Spagna con le iniziative portate avanti da un settore dell’opposizione venezuelana, le cui basi operative si trovano in territorio colombiano; a questo proposito, il presidente Maduro ha ricordato la fallita Operación Gedeón.
Tornando alla questione della migrazione venezuelana, questa volta rispetto a un altro Paese, mercoledì è stato rimpatriato un centinaio di Venezuelani e Venezuelane, persone espulse dal Cile per essere entrate in tale Paese in maniera irregolare; questa operazione costituisce una novità e può essere un indicatore della variazione della politica migratoria cilena, che è stata vincolata agli accordi del Gruppo di Lima, che riconoscono Juan Guaido come “presidente” e sostengono il discorso della “emergenza umanitaria”, come argomento per screditare il governo bolivariano. La reazione della fazione che si oppone al chavismo non si è fatta attendere e, in sostanza, ha contestato l’azione del governo presieduto da Sebastián Piñera, al quale ha chiesto di continuare ad appoggiare i Venezuelani e le Venezuelane in territorio cileno.
In Ecuador, invece, è stata modificata la Legge Organica sulla Mobilità Umana, sopprimendo i visti di residenza UNASUR disponibili per i cittadini e le cittadine della regione, chiudendo così una delle opzioni per i cittadini e le cittadine venezuelani per entrare in questo Paese in maniera regolare.
L’Assemblea Nazionale prosegue con la sua intensa dinamica.
Tutto pare indicare che questo sia il momento topico dell’Assemblea Nazionale, visto che sta operando in diversi modi nello spazio politico e quindi continua a influenzare l’agenda comunicativa.
La Commissione Speciale per il Dialogo, la Pace e la Riconciliazione dell’Assemblea Nazionale si è riunita martedì scorso con le organizzazioni sindacali Central Bolivariana de Trabajadores (di tendenza chavista), Alianza Sindical Independiente e Central de Trabajadores de Venezuela (entrambe legate all’opposizione) allo scopo di ascoltare proposte che possano essere convertite in leggi e le problema principali dei salariati e delle salariate; i leader sindacali hanno esposto diverse questioni, le più importanti delle quali riguardano i bassi salari dei lavoratori e delle lavoratrici in Venezuela (il salario base ammonta a meno di un euro), la discussione sui Contratti Collettivi e la riduzione della protezione sociale effettiva da parte delle istituzioni che, attualmente, non garantisce il godimento di diritti fondamentali. Jorge Rodríguez, presidente dell’Assemblea Nazionale, ha dal canto suo spiegato l’impatto delle misure coercitive unilaterali sulla gestione dello Stato in materia di lavoro.
Altro fatto importante della settimana scorsa è stato che il Comitato per le Candidature dell’Assemblea Nazionale ha comunicato che dal 22 al 28 di questo mese le persone possono candidarsi come rettori del Consiglio Nazionale Elettorale; la votazione in plenaria per la selezione finale dei cinque rettori o rettrici del potere elettorale è prevista per la prima settimana di aprile.
Rappresentanti della Fondazione Latinoamericana per i Diritti Umani e lo Sviluppo Sociale (Fundalatin) e dell’Associazione Civile Venezuelana (Sures), si sono presentati davanti alla Commissione Speciale di Indagine sulle Azioni Perpetrate contro la Repubblica mediante le direttive dell’Assemblea Nazionale nel periodo 2016 – 2021, istanza presso la quale hanno esposto l’impatto negativo delle sanzioni coercitive e unilaterali degli Stati Uniti contro il Venezuela.
Inoltre, un gruppo di organizzazioni non governative non ancora identificate è stato convocato per presentarsi a questa commissione per spiegare la destinazione dei fondi che si presume abbiano ricevuto dall’Assemblea Nazionale uscente e che avrebbero dovuto essere orientati a ciò che si definisce “aiuti umanitari”.
La Commissione per la Revisione dei Conti dell’Assemblea Nazionale ha presentato al Pubblico Ministero elementi per istruire un’accusa contro l’ex deputato Juan Guaidó, per i danni causati alla Repubblica e per l’usurpazione di funzioni. L’oppositore José Brito, presidente della Commissione per la Revisione dei Conti, ha indicato che vi sono prove affinché la Procura metta sotto accusa Guaidó per imputazioni tra le quali si trovano associazione a delinquere, delinquenza organizzata, usurpazione di funzioni, attentato contro il presidente e tentato colpo di Stato.
Nel frattempo, Juan Guaidó continua ad agire fuori dalla legge, ora presiedendo una Commissione Delegata Legislativa priva di qualsiasi rango costituzionale e validità, che continua a compromettere le risorse della Repubblica; in questo caso, martedì scorso ha approvato l’estensione del contratto con agenzie di servizi finanziari sottoscritto tra il sedicente governo ad interim attraverso la Commissione per l’Amministrazione delle Spese e una finanziaria nordamericana con l’obbiettivo di dare fondo agli ottanta milioni di dollari del fondo speciale d’emergenza.
Infine, segnaliamo che l’Assemblea Nazionale, previo accordo tra i diversi gruppi parlamentari, ha designato i deputati e le deputate che rappresenteranno il potere legislativo nelle istanze del Parlamento del Mercosur, dell’Unione Interparlamentare e del Parlamento Latinoamericano e dei Caraibi (Parlasur).
La complessa via del dialogo in Venezuela.
Un paio di settimane fa è giunta a Caracas una delegazione norvegese “con l’obbiettivo di fare il punto sulla situazione politica e umanitaria in Venezuela”, secondo quanto dichiarato dal Ministero delle Relazioni Estere scandinavo. Lo sviluppo dell’agenda è stato in gran parte discreto, salvo la riunione con il presidente Nicolás Maduro, ampiamente diffusa dalla Rete Nazionale dei Media Pubblici. Il presidente Maduro non ha rivelato dettagli sul prosieguo, ma ha apprezzato la disposizione ad aprire tutte le strade al dialogo.
Per contro, Juan Guaidó, a capo di un gruppo dell’opposizione che si sta sempre più assottigliando e indebolendo, ha confermato di avere avuto contatti con la delegazione norvegese ma ha sminuito l’iniziativa definendola “di routine”; in ogni caso, sarebbe normale che la delegazione si fosse riunita con diversi attori politici e istituzionali, anche se non pubblicamente e che, alla fine desse una valutazione della situazione attuale.
A questo punto è opportuno evidenziare che il cancelliere venezuelano Jorge Arreaza ha risposto alle recenti dichiarazioni del Dipartimento di Stato statunitense e al suo ambasciatore per il Venezuela (che opera dalla Colombia), affermando che “Continuano a ripetere lo stesso discorso irresponsabile dell’amministrazione Trump”.
Infine, riportiamo che l’Arcivescovo di Caracas ha manifestato la disponibilità della Chiesa cattolica venezuelana di operare per favorire il dialogo tra gli attori politici: una posizione difficile da sostenere, poiché la gerarchia cattolica venezuelana si è collocata nel campo dell’opposizione al chavismo, il che ha portato a differenze rispetto alla posizione assunta dal Vaticano e a una azione che abbiamo definito “duale”.
Arrivano i primi centomila vaccini Sputnik V e altre notizie sulla gestione della pandemia di Covid-19.
Venerdì scorso sono arrivati i primi centomila vaccini Sputnik V che saranno destinati al personale sanitario, poi saranno vaccinati gli insegnanti e ai lavoratori dei programmi sociali; questa prima consegna rappresenta l’1% del totale di vaccini concordati con il Fondo Russo di Investimento e, a ora, non si sa quando arriveranno gli altri.
Il governo bolivariano in questi giorni ha autorizzato le attività culturali e ricreative; i cinema hanno aperto, così come anche i musei. Inoltre, le diverse autorità nazionali, regionali e municipali hanno annunciato una serie di attività ricreative per le festività del carnevale, avvertendo che tutte rispetteranno le misure di biosicurezza.
A questo proposito, è prevista l’attivazione di un contingente di 140.000 funzionari della Protezione Civile per fornire assistenza nelle abituali operazioni di accompagnamento che si realizzano durante le festività del carnevale che, questa volta, sono state denominate “Carnevale Biosicuro”. Ricordiamo che l’Esecutivo nazionale ha esteso la flessibilizzazione per altri tre giorni, pertanto la mobilità terrestre e aerea sarà disponibile per le persone che in questo periodo saranno in vacanza.
Un fatto rilevante nella gestione della pandemia è che a partire dal mese di marzo si attiveranno le lezioni in presenza in tutti i livelli di istruzione del Paese, secondo quanto annunciato dal presidente Maduro, il quale ha indicato che devono essere prese tutte le misure affinché il sistema sia organizzato per questa nuova fase nel controllo della pandemia, che include la prossima vaccinazione con lo Sputnik V per il personale essenziale e docente; una prova che dovrà essere superata da questa misura è quella dell’effettivo rientro dei docenti, poiché dati i bassi salari, molti di loro sono già impegnati in attività proprie o lavoro per altri, che portano entrate molto maggiori rispetto a quanto ricevono per il lavoro da insegnanti che continuano a svolgere a distanza e con flessibilità, quindi la domanda è: quanti docenti non torneranno nel sistema?
Brevi
- Fonti di Pdvsa hanno comunicato l’arrivo, la scorsa settimana, di due navi battenti bandiera iraniana con oltre 400.000 barili di benzina. Le operazioni sono condotte con discrezione per evitare attacchi in alto mare da parte del governo statunitense.
- In ritardo, ma sono arrivati: a Caracas sono stati installati due apparecchi per operazioni relative al Bitcoin, grazie all’impresa Criptobuyer; il Venezuela è il primo Paese della regione a disporre di miniere digitali, ma l’uso delle criptomonete continua a essere marginale, anche se in aumento.
Di Jesús A. Rondón
Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri
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15/2/2021
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