Vibo Valentia, migranti presi a fucilate come nel tiro a segno: un morto e due feriti
L’UE e le sue leggi continuano ad uccidere
Intanto a San Calogero (Vibo Valentia) qualcuno ha preso a fucilate alcuni migranti che, nei pressi di una fabbrica abbandonata, raccattavano alcune vecchie lamiere che servivano a costruire un riparo di fortuna. Qualcuno ha puntato come il bersaglio di un tiro a segno e ha fatto fuoco contro Sacko Soumayla, ventinovenne maliano, uccidendolo. Poi ha continuato a sparare ferendo Madiheri Drame, 30 anni, e Madoufoune Fofana, 27 anni. Soumayla sempre in prima fila nelle lotte dell’Unione Sindacale di Base per i diritti sindacali e sociali dei braccianti.
Stefano Galieni
Responsabile nazionale Pace, Immigrazione e Movimenti Prc S.E.
3/6/2018 www.rifondazione.it
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Domani sciopero indetto da Usb
“È finita la pacchia”, la dottrina di Matteo Salvini, ha fatto scorrere il primo sangue ieri sera in Calabria, il sangue di Soumaila Sacko, migrante maliano di 29 anni sempre in prima fila nelle lotte dell’Unione Sindacale di Base per i diritti sindacali e sociali dei braccianti. Soumaila è stato ucciso da una delle fucilate sparate da sconosciuti da una sessantina di metri di distanza. Un tiro al bersaglio – diversi i colpi esplosi – contro “lo straniero”, il nero cattivo da rispedire nel paese d’origine. Il triste seguito delle parole pronunciate dal nuovo ministro di polizia.
Soumaila è stato colpito alla testa ieri sera intorno alle 20,30 nei pressi di una fabbrica abbandonata lungo la Statale 18, in contrada Calimera di San Calogero, vicino Rosarno, al confine tra la provincia di Vibo quella di Reggio Calabria, mentre cercava lamiere per la sua baracca.
Soccorso dal 118 e trasportato prima all’ospedale di Polistena e poi nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Reggio Calabria, Soumaila non ce l’ha fatta, mentre è andata meglio a due connazionali che erano con lui, uno colpito a una gamba e l’altro illeso.
Tutti e tre vivevano nell’area della tendopoli di San Ferdinando in cui soggiornano i braccianti impegnati nei campi nella piana di Gioia Tauro.
Nella zona sono oltre 4000 i braccianti tutti migranti durante la stagione di raccolta, distribuiti in vari insediamenti e utilizzati come manodopera nella raccolta degli agrumi a basso costo dai produttori di arance, clementine e kiwi. La maggior parte si concentra a San Ferdinando dove permangono gravi carenze igienico sanitarie a livello abitativo.
Tutto questo al ministro di polizia Salvini non interessa. Troppo impegnato a minacciare a destra e a manca: i migranti, le ong, il sindaco di Riace perché si schiera con gli ultimi. A Salvini l’Unione Sindacale di Base manda a dire che USB si schiera compatta con i migranti della piana di Gioia Tauro, con tutti i migranti in fuga da guerre e miseria, e non permetterà che in Italia abbia diritto di cittadinanza la sua dottrina neofascista e razzista.
La prima risposta è lo sciopero dei braccianti proclamato da USB per lunedì 4 giugno, con assemblee in tutti i posti di lavoro.
USB si stringe compatta alla famiglia di Soumaila e ai suoi compagni e fornirà loro l’assistenza legale per fare giustizia.
Unione Sindacale di Base
3/6/2018 www.usb.it
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