“Vilipendio alle forze armate”
Sono stati esposti striscioni durante la cerimonia per i 100 anni dell’Aeronautica Militare.
PeaceLink pubblica un video nel quale è evidente la caratteristica nonviolenta dell’azione. Rientra pienamente nell’espressione del dissenso garantita costituzionalmente. Piena solidarietà ai sette attivisti denunciati
Si legge su l’indipendente.online: “Durante il concerto della Fanfara per la celebrazione del centenario dell’aeronautica militare svoltosi a Gallarate (Varese), alcuni cittadini si sono posti davanti esponendo due striscioni. Il primo recitava “Aeronautica militare: 100 anni di bombardamenti, distruzioni e stragi. Proprio niente da festeggiare”, il secondo invece “No alla militarizzazione delle scuole”. I 7 manifestanti non hanno fatto altro che alzare i loro striscioni passando davanti alla parata, prima di essere fermati dalla polizia e dai carabinieri. All’espressione pacifica di dissenso ha fatto seguito la risposta giudiziaria: i protestatari individuati sono stati denunciati per “manifestazione non autorizzata”; per uno di loro si è aggiunto il “vilipendio delle forze armate” per aver “esposto pubblicamente uno striscione con scritte offensive nei confronti dell’Aeronautica Militare Italiana”. Lo striscione “No alla militarizzazione delle scuole” è un chiaro riferimento alle iniziative realizzate dall’aeronautica per festeggiare il proprio centenario. Si pensi all’Open Day organizzato lo scorso marzo nella base NATO di Trapani o all’accordo siglato tra il 41° Stormo e sette istituti scolastici della Sicilia orientale per far svolgere a oltre 350 studenti percorsi di alternanza scuola-lavoro all’interno della base militare NATO di Sigonella”.
Prosegue Salvatore Toscano, autore dell’articolo: “Come mostrano le immagini, l’obiettivo della protesta non era interrompere la Fanfara dell’aeronautica o “arrecare turbative all’ordine pubblico”, bensì lanciare un messaggio di dissenso. Una volta fermati dalle forze dell’ordine, il gruppo di giovani riconducibili ai centri sociali della provincia di Varese si è allontanato senza opporre resistenza. La pioggia di denunce non si è fatta attendere: l’azione, qualificata come manifestazione non autorizzata, è stata notificata alla Procura che condurrà le indagini del caso”.
PeaceLink ha documentato l’azione in un video nel quale si evince chiaramente la sua caratteristica nonviolenta. Rientra pienamente nell’espressione del dissenso garantita costituzionalmente. Pubblichiamo nuovamente il video perché ognuno possa rendersi conto di quanto è accaduto.
In passato PeaceLink aveva esposto la bandiera della pace durante la celebrazione militare del 4 Novembre a Taranto durante la fanfara.
In quel caso non scattò alcuna denuncia e la DIGOS non rimosse la bandiera della pace.
L’azione fu pianificata con l’avvocato. Analizzammo la giurisprudenza collegata all’articolo 654 del codice penale che recita:
Art. 654 Grida e manifestazioni sediziose
Chiunque, in una riunione che non sia da considerare privata a norma del n. 3 dell’art. 266, ovvero in un luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico, compie manifestazioni o emette grida sediziose è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a un anno
Dalla lettura attenta della norma si evince che l’azione nonviolenta – per non incorrere nei rigori della legge – deve essere silenziosa e svolta con caratteristiche tali da non assumere i caratteri della “manifestazione”. Vi è giurisprudenza sul concetto di “sedizioso“. Il concetto di “sedizione” è strettamente legato ad attività volte a fomentare o promuovere un’aperta rivolta contro i poteri costituiti ed è, in ambito militare, connesso ai reati di ribellione all’autorità militare ed alla disciplina nelle forze armate.
La libera manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita, in questo caso non ha interrotto la celebrazione della cerimonia né disturbato la musica della fanfara. E’ stata infatti silenziosa. La legge punisce le “grida sediziose”. E quanto compiuto dagli attivisti per la pace non si è qualificato come manifestazione: non vi era alcun corteo che arrivasse nella cerimonia a fare irruzione. Ogni attivista ha agito individualmente in base alla propria coscienza. La legge non punisce il “previo accordo” per i civili.
L’articolo 17 della Costituzione recita: “Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”. Persone che si danno appuntamento per realizzare non una “manifestazione” ma un’azione nonviolenta eseguita individualmente, con l’esposizione di cartelli che esprimono la propria opinione, non incorrono in alcun reato finalizzato alla sedizione, altrimenti in questo reato dovrebbero essere incorsi tutti gli attivisti che – a gruppi – si sono dati appuntamento nel corso della storia italiana in luogo pubblico nella distribuzione di volantini.
E’ stata quindi denunciata non una manifestazione pubblica ma un’azione nonviolenta in luogo pubblico, che è cosa ben diversa.
Pertanto PeaceLink – che aveva già dato notizia di questa azione nonviolenta – manifesta la propria piena solidarietà nei confronti dei sette attivisti denunciati.
30/5/2023 https://www.peacelink.it/
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