Voto di settembre, smarrimento, «meno peggio» e…
“In questa realtà decido che andrò a votare e voterò per “Unione Popolare” !” Umberto Franchi
I dati sullo stato sociale emanati dall’Istat ci dicono che la povertà assoluta in Italia negli ultimi due anni è triplicata con quasi 6 milioni di persone senza cibo a sufficienza (quasi il 10% della popolazione) e la povertà relativa a oltre 9 milioni di persone. Con l’inflazione al 9 per cento, con i prezzi di alimentari e le tariffe (gas, luce, telefono, acqua) che raddoppiano, i poveri sono destinati ad aumentare. Solo per generi alimentari una famiglia di tre persone dovrà spendere 2.600 euro in più all’anno.
Se esaminiamo più approfonditamente questa realtà, a quelli della mia generazione, viene un senso di angoscia e smarrimento perché ci rendiamo conto che dopo anni di lotte – anche con conquiste entusiasmanti, realizzate soprattutto nel periodo chiamato “68” ma durato almeno 15 anni nel secolo scorso – oggi la realtà sociale, economica, ambientale, civile, di costume, culturale e istituzionale è entrata in una fase di regressione, sia individuale che collettiva come mai era avvenuto in precedenza: senza più avere certezze di cambiamenti per un futuro socialmente sopportabile ma che al contrario mette a rischio la vita stessa sul nostro pianeta.
Credo che chi, come il sottoscritto, ha lottato una vita nella CGIL e militato nel PCI, in altri partiti di sinistra, in associazioni e movimenti sia stanco di tutto quello che è avvenuto in Italia negli ultimi 30 anni (e continua ad avvenire) senza più nessuna voglia di ripercorrere vecchie strade perdenti.
Sì, sono :
- stanco di vedere la forbice delle disuguaglianze tra poveri e ricchi che si sta ampliando a dismisura, con la speculazione finanziaria che succhia “i ventri dei poveri” mentre i politici e i manager italiani sono fra i più pagati del mondo…
- stanco di vedere in Italia i manager pubblici e privati ricevere mensilmente anche 500 volte quello che percepisce un operaio , e con una casta di privilegiati formata da un 10% della popolazione, che possiede circa il 55% di tutta la ricchezza presente in Italia mentre il 20% della popolazione ha solo lo 0,50%
- stanco di vedere il banchiere Draghi che non blocca tariffe, bollette e prezzi (in pochi mesi tutto è raddoppiato) e contemporaneamente sostiene di avere aiutato i pensionati anticipando di tre mesi a partire dal prossimo ottobre 30 euro lordi mensili (20 euro netti) dando ai lavoratori dipendenti con meno di 35.000 euro l’anno (con decontribuzione dell’1,8%) una elemosina
- stanco di chi dice di voler fermare la catastrofe del cambiamento climatico in corso attraverso l’energia atomica e i rigassificatori, sapendo che così non verrà mai cambiata la realtà;
- stanco di chi dice di voler cambiare tutto, sostenendo di essere ambientalista e di sinistra ma dopo si allea con il PD… per non cambiare niente;
- stanco di avere leggi elettorali che non ti permettono di scegliere i candidati, sempre più lontani dal proporzionale puro che garantirebbe la possibilità di avere una rappresentanza in cui riconoscerti, con un sistema uninominale che regala un terzo di elettorato a chi si mette assieme indipendentemente dalle scelte politiche programmatiche anche se è in minoranza… ma nessuno ha fatto qualcosa per cambiare il “rosatellum”;
- stanco (proprio non lo sopporto) di Letta quando dice di volere una coalizione elettorale per impedire alla destra fascista di andare al governo ma ha detto di no a un patto con M5S e così vincerà la destra;
- stanco di un PD che fa propria “l’agenda Draghi” e la guerra per procura degli USA-Nato in Ucraina; scelte che nella sostanza vanno bene anche alla destra di Meloni, Salvini, Berlusconi: tutti con le stesse politiche economiche, sociali e internazionali ;
- stufo di fare attività all’interno di partiti che hanno perso identità, storia e senso della realtà, con gruppi dirigenti che volevano cambiare il sistema capitalista, ma sono stati cambiati dal sistema capitalista;
- stufo “di lavorare all’interno di Associazioni” che quando va bene creano movimenti con punti di vista limitati alla soluzione del problema del proprio territorio e poi muoiono se hanno risolto il loro problema. Non ho più voglia di rincorrere schieramenti con soggetti politici riciclati e leader che pensano di essere guru: tutti con una propria verità e che dialogano tra loro solo per cercare di ottenere il consenso dell’altro. Non ho più voglia di ascoltare chi parla senza ascoltare: senza avere dubbi, senza sentire anche altre “verità”. Sono stanco di chi vende certezze e slogan, di chi trova capri espiatori, di chi libera aggressività e violenza, di chi racconta che pratica onestà e ricerca giustizia ma invece agisce e pratica la corruzione e la fregatura del prossimo. Sono stanco di un sistema politico italiano, ridotto a un teatro di contrattazioni frenetiche, “Di Prime Donne e Uomini” che non vogliono mai uscire di scena e come barattoli si spostano di qui e di là.
- Stanco anche di cartelli elettorali con partitini, associazioni e liste civiche “alla sinistra” del PD, che continuano a presentarsi divisi (ben 3 liste elettorali) ma in realtà non riescono a coinvolgere i ceti subordinati nella lotta per costruire l’alternativa.
Allora a poco più di un mese dalle prossime elezioni politiche mi guardo attorno per cercare nuove strade ma vedo sempre i soliti marpioni, quelli che hanno dominato la scena politica da circa 30 anni.
VEDO ANCORA :
- Il pregiudicato Berlusconi e i suoi servi che con le sue televisioni ha urlato e urla di “impedire l’avvento del comunismo” in Italia, di sconfiggere la corruzione, di cambiare la giustizia, di cambiare la politica economica e sociale… di volere la società liberale… per risultare il più corrotto e corruttore di tutti coloro che lo avevano preceduto: è riuscito a farsi le leggi per non andare in galera e arricchire ulteriormente lui ed i suoi “accoliti” a danno dei poveri, a sviluppare la subcultura da “grande fratello” modificando la società in peggio;
- L’urlo di Meloni all’adunata VOX della destra dpagnola, l’urlo di Salvini con “prima gli italiani” ma per salvare l’Italia vogliono l’«Autonomia Differenziata delle Regioni» affossando il Sud, vogliono ridurre le tasse ai ricchi con la Flat Tax, penalizzare i poveri creando ulteriori disuguaglianze, chiudere i porti e rendere clandestini migliaia di migranti, adoperare le ruspe non contro le ville abusive in riva ai mari (che anzi verranno condonate e cresceranno con la cementificazione) ma contro i migranti e gli zingari, cambiare la Costituzione e fare la Repubblica Presidenziale;
- Renzi sembrava voler cambiare tutto (l’Italia e l’Europa) finendo invece a fare le stesse scelte liberiste dei governi berlusconiani, abolendo pure l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, cosa che non era riuscita a Berlusconi. E oggi Renzi è in buona compagnia con Calenda.
- Letta parla come un timoniere a cui è sfuggito il timone di mano. Poteva proporre un accordo tecnico nei collegi uninominali fra tutte le forze che si riconoscono nella difesa della Costituzione, creando un’alleanza elettorale finalizzata a impedire la presa del potere alla destra ma allora perché aprioristicamente ha detto di no a un’alleanza con M5S, rinunciando a circa il 12% dei suoi voti?
In questa realtà mi verrebbe da urlare un grande “Vaffa… ” o dire «una grande risata vi seppellirà tutti».
Rifletto e mi dico: no, anche se sei stanco sai che comunque non ti puoi fermare perché la coscienza ti dice che devi affrontare comunque la realtà, con una prospettiva politica e sociale difficilissima. Cerca di reagire.
In Italia siamo in presenza di una realtà socialmente potenzialmente esplosiva ma allora perché non esplode? perché si vive una situazione quasi di letargia totale? Credo la causa stia nel martellamento ideologico avvenuto in tutti questi anni e che prosegue imperterrito. Quasi tutti i mass media continuano nella vecchia litania, già ascoltata per oltre 30 anni.
Dicono:
- Bisogna tagliare le tasse alle imprese e ai ricchi: le hanno già ridotte di molto portando le aliquote da 32 a solo 4, ma a lor signori non va ancora bene e vogliono una flat tax al 15 o 23% con la speranza (sic) che i ricchi dopo facciano investimenti creando occupazione;
- i sindacati, pur indeboliti, hanno ancora troppo potere;
- i lavoratori con contratti a tempo indeterminato sono privilegiati;
- i migranti rubano il lavoro agli italiani;
- il reddito di cittadinanza va rimodulato o cancellato contro i vagabondi che non vogliono lavorare (con paghe di fame e da precari);
- la riforma Fornero è giusta perché c’è il “buco” nelle finanze dello Stato e i pensionati rubano il futuro ai giovani andando in pensione troppo presto;
- la sanità pubblica è insostenibile;
- gli ammortizzatori sociali (compreso il RDC) alimentano il parassitismo dei disoccupati;
- lo Stato non deve gestire le imprese; aziende pubbliche e beni comuni vanno privatizzati.
- …eccetera
Questo continuo martellamento ideologico, effettuato da Confindustria, economisti ben pagati, mass-media è sostanzialmente condiviso dalle forze politiche di centro-destra e di centro-sinistra: è servito per “controriforme” che hanno tolto la centralità del lavoro e messo al centro “libero mercato” (e speculazione) nella globalizzazione mondiale, spostando immense ricchezze dai ceti medio bassi ai più ricchi, con il 10% di popolazione che detiene il 55% di tutta la ricchezza presente nel nostro Paese mentre il proletariato e i ceti medi si sono fortemente impoveriti.
Così in Italia abbiamo l’assoluta libertà dei mercati, i quali condizionano le scelte dello Stato, sempre più in balia della speculazione, con aziende energetiche che triplicano i profitti, senza nessun limite ai prezzi, nemmeno da parte del “governo dei migliori”.
Inoltre siamo in presenza di una regressione culturale, con parte dei ceti subordinati che scelgono di votare i partiti di Destra attratti dagli slogan contro i migranti, senza più speranza di risolvere i problemi con la lotta, creando rassegnazione e sfiducia; e con l’unica forma di protesta dei ceti subordinati:quella di non votare !
Ma come è possibile uscire da questa realtà che oggi porta smarrimento e disperazione?
Penso ad Antonio Gramsci quando dal carcere sosteneva: «anche quando tutto appare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio… Sono pessimista nell’intelligenza ma ottimista nella volontà».
Ed allora quando rivedo il vecchio Caimano invadere le TV e riproporsi come “il salvatore della Patria”, la mia stanchezza sparisce e si tramuta in rabbia…
Quando Berlusconi, Meloni e Salvini promettono la flat tax (a favore dei ricchi e contro i ceti medio-bassi, che non risparmiano niente e dovranno pagarsi anche sanità e stato sociale) inorridisco….
Quando la destra dice di volere l’autonomia differenziata delle Regioni, la prospettiva di una modifica costituzionale per permettere la Repubblica Presidenziale, il peggioramento della riforma della giustizia Cartabia (con i poveri cristi in galera e i criminali ricchi liberi e al comando del Paese), i porti chiusi ai migranti, i diritti dei più deboli lesi mi convinco che non si può stare fermi… .
Sicuramente è il momento di contrastare con forza la prospettiva di una deriva fascista in Italia ma l’alternativa è «il meno peggio»? ovvero l’agenda Draghi sposata dal PD che di fatto propone le stesse cose volute dalla Confindustria di Bonomi ?
Ancora mi viene in aiuto Gramsci quando scriveva: «Un male è sempre minore di un altro susseguente possibile maggiore. Ogni male diventa minore di fronte ad un altro che si presenta maggiore, e così all’infinito… Ma la forma del male minore, del meno peggio, non è altro che la forma che assume il processo di adattamento storicamente regressivo, decidendo di capitolare a piccoli passi alla volta».
In questa realtà decido che andrò a votare e voterò per “Unione Popolare” !
Certo, ci vorrebbe un grande Partito Comunista che, come dicevamo una volta, «viene da lontano per andare lontano»: invece non esiste e la realtà anche alla sinistra del PD è penosa, con la divisione molecolare che continua.
Eppure credo sia possibile “cambiare registro” perchè c’è un pezzo di popolo che non va a votare o che non vota la destra, che sente con angoscia la realtà del lavoro e dell’economia, che non è d’accordo con l’invio delle armi nella guerra in Ucraina e con il razzismo strisciante.
L’istituto Eures ci dice che in Italia ogni giorno una persona si toglie la vita per problemi economici, con molte persone che cadono nella disperazione perché precari o per un lavoro (difficile da ritrovare soprattutto se hanno oltre i 50 anni).
Dobbiamo domandarci: ma oggi il problema fondamentale è veramente la centralità delle urne alle prossime elezioni?
Non è forse vero che il risultato è già sostanzialmente scritto e al massimo la sinistra di alternativa potrebbe continuare a fare testimonianza? Non è forse vero che senza le lotte è impossibile incidere nel profondo della realtà economica e sociale?
Molti sostengono che bisogna avere paura perché in Italia sta covando una grande protesta sociale che potrebbe esplodere quando meno te lo aspetti. Io invece credo che non bisogna avere paura e la protesta sociale dobbiamo alimentarla e farla scoppiare, governarla e guidarla.
La vera questione sociale in Italia non sarà risolta nè modificata con le elezioni, chiunque le vinca.
In questo contesto sono soprattutto i giovani nelle scuole che devono impegnarsi per cambiare la realtà. Il 22 febbraio ero a un convegno su «il sistema pensionistico e le bufale dette per affossarlo» con gli studenti del liceo Montanari” di Verona: ho visto grande interesse e partecipazione di docenti e studenti, che restano soggetti nevralgici per il futuro .
Nella realtà odierna sono gli studenti con chi si muove alla sinistra del PD che debbono cercare di costruire e sviluppare movimenti di lotta: sulla redistribuzione dei redditi incrementando fortemente salari e pensioni; sulla richiesta di forti investimenti pubblici e privati a partire dal risanamento dei territori; sulla riconquista della scala mobile e dei diritti del lavoro a partire dall’articolo 18; sulla contrattazione per definire modelli di conversione economica e prevenzione ambientale, compatibile con la sicurezza di chi lavora; sulla necessità di ridurre fortemente l’orario di lavoro a parità di salario; su una tassa patrimoniale ai ricchi; su un vero reddito di cittadinanza e la cancellazione sia della “riforma Fornero” che della “Buona Scuola” con la formazione al lavoro che serve solo ai padroni…
Penso che anche un buon risultato della lista “Unione Popolare” pur avendo importanza non sia sufficiente. Ribadisco che le energie maggiori (la sinistra politica e sociale che resiste, gli intellettuali impegnati per il cambiamento) devono spendersi per riprendere le lotte a livello di fabbrica, scuole, territorio. Solo nella costruzione di un nuovo fronte di lotte dal basso, con un nuovo movimento di classe è possibile sia costruire il partito della sinistra alternativa sia – e soprattutto – mutare il quadro sociale, economico, culturale, civile e politico.
Oggi solo “piccole tribù” lottano e danzano intorno al fuoco della ragione. Su questo tema devono ragionare anche i gruppi dirigenti della CGIL con il suo Congresso che inizia ad ottobre. Anche la CGIL di Landini deve uscire dal solito tran tran e cimentarsi nelle lotte, dando speranze a chi (tanti ancora) milita nel sindacato e nella sinistra.
Umberto Franchi
Gia Dirgente Cgil
12/8/2022 https://www.labottegadelbarbieri.org
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